Convitti, D’Aprile: “Parabola pericolosa, da punto di eccellenza a rischio sopravvivenza”

I convitti, storici presìdi educativi del sistema scolastico italiano, sono oggi a rischio sopravvivenza, denuncia il Segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile.

Con 35.984 studenti, 2.277 educatori e 68 istituzioni scolastiche attive in 18 regioni – afferma il Segretario – queste strutture rappresentano un modello unico, capace di offrire tempo pieno, tutoraggio continuativo e un percorso formativo completo dall’infanzia alla secondaria.

Nonostante il loro ruolo strategico e la continua crescita delle iscrizioni, i convitti scontano una grave carenza di attenzione istituzionale. Una normativa risalente al Regio Decreto del 1925 regola ancora oggi il loro funzionamento, senza prevedere meccanismi di democrazia interna né adeguamenti ai cambiamenti educativi e sociali degli ultimi decenni.

“La gestione verticistica dei convitti, ancora affidata a consigli di amministrazione non eletti, va superata. Serve una riforma che apra gli organi di governo alla partecipazione di tutte le componenti scolastiche: personale docente, educativo, ATA, studenti e famiglie,” dichiara D’Aprile.

Ancora più preoccupante è la situazione del personale educativo: il Ministero dell’Istruzione e del Merito continua a congelare l’organico ai numeri del 2011/12, ignorando l’aumento degli alunni e rendendo impossibile mantenere alti standard di qualità educativa. Senza investimenti adeguati, il rapporto educatori-studenti è destinato a deteriorarsi, con gravi ripercussioni sui percorsi di apprendimento e sul sostegno agli studenti.

“Non possiamo permettere che gli educatori, figure centrali nel favorire l’inclusione e il successo formativo, vengano ridotti a ruoli marginali e privati di opportunità di aggiornamento. La loro professionalità va valorizzata e aggiornata alle esigenze del mondo contemporaneo,” aggiunge D’Aprile.

Alla precarietà diffusa, l’ultimo concorso risale al 2000 – ricorda il Segretario – si sommano la negazione della mobilità, la mancata progressione economica e l’assenza di riconoscimento pieno dei diritti contrattuali. Inoltre, agli educatori continua a essere negato il bonus per la formazione professionale, costringendoli spesso ad azioni legali per veder riconosciuti i propri diritti.

“Sulla scorta di tali valutazioni, la Uil Scuola è impegnata a proporre iniziative pubbliche di confronto e di dibattito al fine di rilanciare le strutture educative e rivendicare il superamento delle macro-criticità che interessano il personale educativo, divenute ormai insopportabili.” conclude Giuseppe D’Aprile.


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