Cresce molto la fiducia degli italiani nei sindacati

LA SCUOLA È AL TERZO POSTO NELLE ISTITUZIONI CHE OTTENGONO LA MAGGIORE FIDUCIA DEGLI ITALIANI 

Turi: all’Aran arriva un monito dalla società ben più forte di qualunque atto di indirizzo. Dovrebbe consigliare all’agenzia di contrattazione maggiore disponibilità e confronto di merito.

Dopo il Papa e le forze dell’ordine, la scuola è saldamente al terzo posto nella fiducia degli italiani nelle istituzioni: è quanto emerge nel sondaggio annuale di Demos su ‘gli italiani e lo Stato’.

Nello stesso sondaggio si vede che, nella fiducia degli italiani, salgono le organizzazioni sindacali,  mentre è sempre più bassa quella dei partiti che sono all’ultimo posto.

E’ facile desumere che quanti profetizzavano la discesa, fino alla scomparsa, del ruolo di intermediazione sociale delle forze sindacali si dovranno ricredere – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.  Ci auguriamo, e su questo saremo ancora più intransigenti nelle nostre rivendicazioni  – aggiunge Turi –  che i lavoratori, al di là delle facili strumentalizzazioni, delle false notizie organizzate ad arte, continuino a darci la loro fiducia.

Ciò deve valere ancora di più per il personale della scuola che rappresenta ed interpreta un modello di scuola libera, democratica e partecipata che gli italiani mostrano di riconoscere come elemnto positivo, riponendo in modo significativo e stabile, proprio nel nostro sistema di istruzione, la loro fiducia.

La scuola, si rivela, ancora una volta, istituzione solida in un quadro più generale di sfiducia.
Nella contesa elettorale, sarà certamente al centro del dibattito.

All’Aran che è impegnato in un duro scontro con i sindacati per il rinnovo del contratto di lavoro – osserva il segretario generale della Uil Scuola –  arriva un monito dalla società,  ben più forte di qualunque atto di indirizzo,  che  dovrebbe consigliare maggiore disponibilità e confronto di merito.

Ai  partiti politici, di maggioranza e di opposizione, chiediamo interventi concreti a sostegno di tutte le professionalità che la compongono. Bisogna smettere di utilizzarla – conclude Turi  – come terreno di scontro politico.


Condividi questo articolo: