Insegnanti delle scuole italiane all’estero: per l’assegnazione e la durata del servizio vale il contratto nazionale

Turi: si conferma giurisdizionalmente, quanto più volte affermato dalla Uil Scuola, la capacità del contratto di disapplicare norme di legge.

Ci è voluta una sentenza del giudice di Roma per dipanare una matassa giuridica e confermare che il contratto ha il potere di disapplicare norme e regolamenti passati, presenti e futuri.

Il Tribunale di Roma, infatti, si è espresso in questa direzione in merito al ricorso di alcuni docenti delle scuole italiane all’estero, patrocinato dalla UIL Scuola.
Il contenzioso giuridico era basato sulla circostanza che il contratto nazionale di lavoro 2016-2018, sottoscritto successivamente all’attuazione del decreto legislativo in materia di destinazione del personale all’estero, avesse disapplicato la norma legislativa.

Una questione sollevata già all’indomani della firma del contratto scuola – ricorda il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – che avevamo posto puntualmente sia al Miur, sia all’ARAN.
Non solo, uguale richiesta era stata avanzata dallo stesso Tribunale all’ARAN, che però non aveva dato seguito alla richiesta di interpretazione autentica della norma contrattuale.

Ora con questa sentenza è lo stesso giudice che interpreta la norma – mette in evidenza Turi – dando ragione alla Uil Scuola che da subito sostenne che, per effetto della norma definita nel T.U. n. 165/2001, il contratto ha il potere di disapplicare norme e regolamenti precedenti e successivi.
Si tratta di una svolta che non può essere ignorata dall’amministrazione, che deve prenderne atto.

Un nesso giuridico che ha effetti molto concreti – ammonisce il segretario Uil Scuola – perché il mancato riferimento contrattuale porta ad una situazione dove, nelle scuole italiane all’estero, il personale destinato a quelle sedi, non è ancora in servizio.

La mancanza di insegnanti nelle scuole italiane all’estero è una rappresentazione plastica di ciò che accade quando non viene applicato il contratto – aggiunge Turi – che si rivela lo strumento più idoneo e flessibile, rispetto alle rigidità di legge, nel risolvere i problemi di gestione del personale in un settore complesso come quello della scuola.

Quella contrattuale è una strada che va percorsa con determinazione – chiosa Turi – per affermare e definire, con la contrattazione, norme di gestione del personale contro ogni deriva autoritaria che, talvolta, ancora aleggia nel nostro paese.


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