Ministero dell’Istruzione: campione del “facciamo finta che…”

Analizzando le disposizioni previste dalla Legge di Bilancio per la scuola italiana, viene naturale pensare che è tutto un ‘far finta che’ va tutto bene”, ma in realtà, nulla va bene.

Ne è un esempio eclatante la proroga di 2 anni del numero minimo di alunni necessario per l’attribuzione alle istituzioni scolastiche di un dirigente scolastico con incarico a tempo indeterminato e di un DSGA titolari per le scuole con 500 alunni – ovvero 300 alunni per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.
Proroga per l’anno 2022/2023 e per il 2023/2024.

Ma ciò che più nuoce alla scuola italiana è che si toglie una guida organico-funzionale proprio a quelle realtà scolastiche che ne hanno più bisogno per crescere e svilupparsi per diminuire la sempre troppo alta percentuale di dispersione scolastica nel nostro Paese.

Inoltre, a ben vedere il possibile dispositivo applicativo, non c’è modo con una proroga di soli due anni, di assegnare un Dirigente scolastico a tutte le scuole sottodimensione, essendo gli incarichi dirigenziali di durata triennale.

E allora “facciamo finta che” si vuole risolvere quest’annoso problema e con esso la diaspora di tanti dirigenti – da anni – fuori sede e che vedono sempre più allontanarsi la loro speranza e quella delle loro famiglie di rientrare, alimentandone solo illusorie speranze.

La realtà vera è che questo Governo e nello specifico il Ministero dell’Istruzione continua nella sua assurda politica “neo-liberista”, negando l’utilizzo di tali posti, perché le norme non consentono di ampliare gli organici né dei Dirigenti scolastici, né dei DSGA.

Ma consentono di ampliare le Direzioni Generali del Ministero, con l’assunzione di 61 persone tra Dirigenti e Funzionari. Infatti, la gestione di questo Ministero, che mantiene forti legami con quella precedente, sta creando di punto in bianco (come denuncia “Il Fatto Quotidiano” del 20 dicembre) un’intera Direzione Generale che assorbirà ben 5,5 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che potevano essere spesi per mettere a segno un intervento strutturale in materia di scuole sottodimensionate, permettendo, a regime, di assegnare un Dirigente scolastico e un DSGA in tutte le scuole sottodimensionate, comprese anche quelle più piccole, che, ribadiamo, più necessitano di una dirigenza stabile.

Una spesa – come sostiene il Segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – che più toglie che mette ‘di buono’ per la scuola. Anzi, da’ un’altra spallata all’autonomia scolastica, centralizzandone gli adempimenti e sottraendole lo slancio di uniformarsi ed omologarsi ai territori sui quali opera.

Facciamo finta che’ si vuole migliorare la scuola italiana, ma poi non si fa nulla per migliorarne la didattica e rilanciare il sistema di scuola costituzionale democratico e partecipato che tutti vogliamo e che nostalgici centralismi burocratici stanno, via via rosicchiando alle scuole autonome.

La UIL Scuola a questo punto si chiede e chiede se qualcuno del governo si decida a spiegare al Paese perché con i soldi del Pnrr, si possono allargare gli organici del ministero e non quelli delle singole istituzioni scolastiche.

Perché dobbiamo ‘far finta che’ la burocrazia sia investimento a prescindere?


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