(…) Sarebbe ora di rivalutare la figura del’insegnante, che merita rispetto per il compito delicato, quasi una missione, che gli è affidato. Che non è solo quello di istruire, ma anche quello di educare: un verbo che, come si ricava dalla sua radice derivante dal latino educere – composto di ex = fuori e ducere = condurre – sta a significare il far crescere. il formare con l’esempio il carattere di qualcuno, specialmente dei giovani, guidandone le facoltà intellettuali e morali con una azione continua e coerente, e indirizzandole verso uno sviluppo armonico. L’insegnante è, dunque, colui che indica la via, che lascia il segno nelle vite degli studenti. E’ “lo mio maestro e ‘l mio autore”, si potrebbe dire riprendendo l’immagine con la quale dante ama rappresentare Virgilio nella Divina Commedia. (…)
Continua a leggereLa scuola italiana vive da alcuni decenni una situazione paradossale. Più crescono i provvedimenti cosiddetti riformatori più cresce la crisi d’identità del docente. Ecco un piccolo breviario lessicale.
Continua a leggere“I genitori devono difendere sempre gli insegnanti altrimenti minano la sfera dell’affettività e dunque la crescita dei loro figli. Alle maestre occorrerebbe dare lo stipendio dei professori universitari perché fanno un lavoro pazzesco. Occorrono insegnanti affascinanti ma oggi il ragazzo si deve ritenere fortunato se su nove docenti ne ha due carismatici”.
Continua a leggere… Oggi niente. Perché? Come mai questo Paese taglieggiato dalle camorre, desertificato dalla grande distribuzione, saccheggiato dalle banche, bastonato dalle tasse, espropriato degli spazi pubblici e delle certezze sindacali, come mai questa Italia derubata del futuro, che va in crisi per una nevicata, che si lascia togliere persino la libertà democratica delle preferenze elettorali, che vede i suoi figli sedati fin da piccoli dalle playstation e poi costretti, da grandi, a emigrare per sfamarsi, magari facendo i camerieri con una laurea in tasca, come mai un Paese simile, anziché fare la rivoluzione, diventa razzista?
Continua a leggere… La liquidazione della scuola è solo l’ultima tessera di un dominio al termine del quale l’educazione stessa scompare dall’orizzonte della nostra esperienza umana. (…) E non ci si illuda che basti alzare la voce per ritrovare la magnifica speranza progressista di una educazione dell’uomo per l’uomo. Forze storiche potenti le si oppongono. Innanzitutto il trionfo autocratico del mercato. Abbiamo smesso di credere, di sperare di potere e di dovere educare i nostri figli quando la società dei consumi ha individuato in loro i clienti più appetibili. …
Continua a leggereSindacati ai blocchi di partenza in vista delle elezioni per il rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie (Rsu.) Le consultazioni si terranno presumibilmente nel mese di febbraio ma le organizzazioni sindacali sono già in fermento per individuare i candidati da mettere in lista scuola per scuola. (…)
Continua a leggere… Da qui una prece, a mani giunte e con la testa china: restituite ai docenti italiani la propria dignità peduta. Senza sbattere la porta sul muso agli studenti, dato che la scola deve essere inclusiva, «aperta a tutti>, come dice la Costituzione. E senza strangolare l’istruzione con leggi cervellotiche, armate l’una contro l’altra. In sintesi: meno riforme, più quattrini.
Continua a leggere… Usate la vostra testa Quella di Lewis è principalmente una descrizione dell’educazione in sè, dell’atto di ‘tirare fuori’ la conoscenza dagli studenti e di sponarli. (…) Si limita a dimostrare che le teoprie devono corripondere ai fatti, che i pèreconcetti possono intaccare la comprensione dei fatti, e che i preconcetti devono essere messi in discussione per poter comprendere i fatti.
Continua a leggere(…) Per fortuna esiste una fitta rete di insegnanti responsabili e generosi che credono nel carattere missionario del loro lavoro, dedicano generosamente le proprie energie a insegnare la consapevolezza e la responsabilità, due qualità carenti nel nostro Paese. (…)
Continua a leggerePerché, negli anni in cui la burocrazia ha preso il sopravvento, l’autonomia è ancora l’unica chance per salvare la scuola?
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