Organici docenti 2025/2026: bozza di decreto per le classi in deroga. Informativa al MIM

Uil: una misura a costo zero che non favorisce i territori che presentano maggiori situazioni di alunni in condizione di svantaggio.

Il ministero ha illustrato alle organizzazioni sindacali la bozza di decreto sulle classi in deroga per l’a.s. 2025/26.

Sono n. 6.566 (166 in meno rispetto allo scorso anno scolastico) i posti da destinare alle classi da istituire in deroga alle dimensioni individuate dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81, ripartiti per contingenti regionali, nel limite delle risorse finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente.

La costituzione delle classi in deroga è prevista per le scuole caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica, al fine di garantire la continuità del servizio in aree caratterizzate da particolari condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, con particolare riguardo ai comuni montani e alle piccole isole, o legate a situazioni emergenziali o a particolari condizioni orografiche.

Per la scuola secondaria di secondo grado, le deroghe sono previste anche per la costituzione anche delle classi prime dei nuovi percorsi liceali e delle sperimentazioni dell’offerta formativa tecnologico-professionale.

Distribuzione dei posti classi in deroga

Regione Previsione posti da destinare alle

classi in deroga

 

Abruzzo 223

 

Basilicata 74

 

Calabria 198
Campania 471

 

Emilia-Romagna 719
Friuli-Venezia Giulia 124

 

Lazio 446

 

Liguria 595
Lombardia 520
Marche 570
Molise 124

 

Piemonte 322

 

Puglia 421
Sardegna 25
Sicilia 297

 

Toscana 471

 

Umbria 322

 

Veneto 644

 

Totale 6.566

 

In apertura di incontro abbiamo evidenziato come, rispetto al primo anno di attuazione – 2022/23 -, quando furono attivati 8.741 posti, c’è stata una diminuzione di più di 2.000 posti.

È una misura che abbiamo contestato fin dall’inizio della sua attuazione rimarcando come non si tratti di dotazioni aggiuntive, ma già comprese in quelle autorizzate e nei limiti delle risorse disponibili. Una misura, inoltre, che non dà una visone complessiva del problema delle classi con alunni svantaggiati, se si considera che il beneficio tratto dal decreto non favorisce i territori che presentano maggiori situazioni di alunni in condizione di svantaggio, ma di quelli che possiedono i maggiori indici di decremento di popolazione scolastica.

Continuiamo a sostenere, così come fatto nei precedenti incontri sugli organici,

che servono interventi strutturali, la necessità di non tagliare l’organico, ma di utilizzarlo per ridurre il numero degli alunni per classe. La presenza di 5.909 classi nella secondaria di secondo grado con 28 e più alunni rappresenta un’offesa a qualsiasi processo educativo. Un dato che smentisce qualsiasi buono proposito finalizzato alla riduzione delle classi sovraffollate.

La denatalità deve rappresentare una opportunità e non una penalizzazione. A fronte di un tasso di denatalità, infatti, che produrrà una riduzione di alunni, continuiamo a sostenere che il calo demografico deve essere invece l’occasione per un cambio di passo, una opportunità per una didattica personalizzata, per classi a misura di studente. Resta prioritario un investimento sugli organici che garantisca il diritto all’istruzione e un potenziamento del tempo scuola nella primaria.


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