Sistema integrato 0-6 una ripartenza convulsa. In attesa di tempi migliori? 

Il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola denuncia la complessa ripartenza dell’anno scolastico e educativo per le bambine e i bambini da zero a sei anni

Senza un protocollo condiviso per la frequenza in sicurezza, con organici covid aggiuntivi a scadenza 31 dicembre, con le difficoltà nel mantenimento   delle cosiddette “bolle”, senza l’utilizzo di presidi strategici, visiere e mascherine FFP2 e FFP3 riparte l’anno scolastico per i piccoli dai tre ai sei anni e l’anno educativo, per i più piccoli da zero a tre.

Il terzo anno di incertezza ed ansia per educatori, docenti operatori e famiglie lasciati ancor più soli nell’affrontare le conseguenze   di una pandemia che necessitano di un approccio strutturato e di misure certe, che sembrano tenere in poco conto le esigenze ed i bisogni di fasce di età tanto speciali.

Lunga ancora si presenta la strada che tutti devono percorrere per evitare che l’infanzia continui ad essere la cenerentola delle politiche sociali e educative nel Paese di Maria Montessori e Loris Malaguzzi, orfana di uno strenuo promotore dei diritti delle bambine e dei bambini, quale è stato Giancarlo Cerini.

Il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola*, nel rilanciare la campagna “Racconta la scuola al tempo della pandemia”, che invita a riflettere su come le nuove regole hanno influito sui processi educativi,  richiama operatori  e famiglie a far sentire la propria voce affinché  il patrimonio di conoscenze, sensibilità, competenze e responsabilità sociali tornino al centro delle comunità a supporto dello sviluppo di una cultura dell’infanzia che non può subire ulteriori ritardi.

Il coraggio e la volontà per investire sul futuro non devono mai mancare, tantomeno dopo mesi di sottrazione di spazi, opportunità, occasioni di crescita a chi più ne ha bisogno. Bambine e bambini.

Il PNRR prospetta investimenti importanti con il potenziamento dei servizi di istruzione dai nidi alle università, puntando sulle risorse fresche e (SIC) su quelle derivanti dal decremento della natalità. Un tema che andrebbe affrontato a sé nonostante l’impulso offerto dall’assegno unico per i figli accordato alle famiglie.

La missione del PNRR di aumentare significativamente l’offerta di posti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia deve avere come principale obiettivo colmare il divario tra le Regioni e riconoscere a tutte e a tutti il diritto all’educazione e all’istruzione fin dalla nascita.

Attenzionare la modalità di spesa necessaria a realizzare i 228.000 mila posti in più nei nidi e nella scuola dell’infanzia statali e paritarie, in capo ai Comuni è compito delle comunità educanti e dei corpi intermedi, al cui contributo si attribuisce una sempre minore importanza.

L’educazione e l’istruzione sono prodotti della civiltà, dello sviluppo e della partecipazione a cui lavoratori e famiglie vogliono dare il proprio contributo, un diritto di cittadinanza espresso da chi può e deve partecipare alle decisioni.

Il Coordinamento nazionale resta a disposizione di tutti coloro che, condividendo questi principi, sono impegnati a far risuonare la voce dell’infanzia e dei suoi diritti nei tavoli decisionali, nella attuazione delle delibere, nel confronto sano e costruttivo. Prima fra tutti con la reinsediata Commissione nazionale per il Sistema integrato 0/6.

A questa porge gli auguri di buon lavoro il Coordinamento, anche per ciò che attiene il difficile compito di indirizzare al meglio l’utilizzo dei fondi autorizzati il 9 settembre dalla Conferenza Stato Regioni di prima ripartizione delle risorse stanziate del fondo del sistema integrato 0/6.


 *IL COORDINAMENTO NAZIONALE PER LE POLITICHE DELL’INFANZIA E DELLA SUA SCUOLA è un organismo plurale costituito ventotto anni fa dalle cinque storiche associazioni professionali della scuola, AIMC, ANDIS, CIDI, FNISM, MCE e dalle quattro maggiori organizzazioni sindacali FLC-CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS CONFSAL. I rappresentanti presidiano da allora lo scenario politico istituzionale animati dalle esigenze di qualificazione delle scelte e delle politiche per l’infanzia, con una attenzione particolare a tutte le azioni che pongono al centro l’educazione e l’istruzione delle bambine e dei bambini da zero a sei anni.        

 

 


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