Turi: c’è protocollo di intesa. Va attuato.
Stasera incontro sui banchi: Uil presente con responsabile dirigenti ma senza senza segretario generale.
Se davvero vogliamo il bene della scuola, ognuno faccia il proprio mestiere e riconosca quello degli altri. Bisogna passare dalla politica dei banchi a quella delle persone. Continuiamo a chiedere un provvedimento organico per la riapertura della scuola. In questo modo si aiutano tutti, anche una politica che sembra imbambolata dagli eventi. Certamente drammatici ma da affrontare con piglio diverso.
Più si avvicina il giorno per aprire le scuole più aumentano le fibrillazioni e, forse politicamente, anche i sensi di colpa per non aver agito secondo un progetto organico – questa la riflessione del segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Le famiglie, giustamente, vogliono sapere. Vogliono avere certezze. Tutti vorrebbero aiutare a decidere a dare soluzioni. E’ sintomo di un vuoto che si deve colmare ed in fretta – aggiunge Turi.
E in questo effetto domino la comunicazione democratica prende il sopravvento sul senso della realtà.
I soggetti più esposti ora sono i dirigenti che hanno le chiavi dei cancelli delle scuole e devono decidere se aprirli in sicurezza. A loro vengono rivolte tutte le ‘attenzioni’ per gli aspetti gestionali e per dare un aiuto.
Si sta affrontando la questione in maniera avulsa dal contesto – mette in guardia Turi.
Punto centrale sono le scelte, principalmente del governo, che deve far leva attraverso gli investimenti necessari.
Lo abbiamo detto e ridetto le risorse disponibili non sono sufficienti e trovare il coraggio politico di prendere i soldi del MES, che rappresenta uno dei nodi da sciogliere.
Gli altri sono effetti fumogeni che nascondono l’incapacità di affrontare veramente la ripartenza della scuola. Certe volte spegnere i fari aiuta a non restare abbagliati.
E’ per questo motivo che la Uil Scuola eviterà di partecipare a tali cortine fumogene, fermo restando il proprio contributo per onorare un protocollo di intesa sottoscritto ed ancora inattuato.
Per noi la politica dei banchi è alternativa a quella per le persone che saranno le uniche a fare scuola.
La scuola si fa con le infrastrutture con i bachi con i laboratori, con la digitalizzazione, ma l’elemento umano è necessario ed invece sembra marginale.
Stasera è stato fissato un importante incontro per capire quando e come saranno consegnati i banchi.
Per carità serve saperlo. La Uil Scuola sarà rappresentata dal responsabile nazionale dei Dirigenti Scolastici che darà il proprio contributo di idee e di proposte, ma credo che vadano stabiliti ruoli e competenze.
Ruoli che non possono essere confusi nella mera comunicazione di decisioni già prese.
Se vogliamo aprire le scuole – aggiunge Turi – dobbiamo attuare il protocollo di intesa firmato.
Abbiamo aperto una via minima di dialogo. Va utilizzata guardando alla scuola nel suo insieme, non un pezzo alla volta. Oggi i banchi, domani chissà che cosa altro. Così si perde il senso di ciò che si deve fare.
Ci sono in gioco 600.000 docenti di ruolo e 200.000 supplenti, peraltro da reclutare con un percorso diverso perché quello delle GPS fa acqua da tutte le parti. Si tratta di 800 mila persone che potranno dare sostanza alla didattica, alla sicurezza e a tutto ciò che serve per la ripartenza, invece sono semplicemente dimenticati.
La situazione è seria e va affrontata – ammonisce Turi – definendo una catena di comando in grado di elaborare un piano unitario. Non si può continuare a dare indicazioni contrastanti che aggiungono confusione a confusione e aumentano, anche nei soggetti preposti, preoccupazione. Continuare su questa strada ci sembra sbagliato e vanno cambiate le strategie, continuiamo a chiedere un provvedimento organico e non interventi placebo.