Turi: invece di finire dopo, iniziare prima. Tutti a scuola il 1 settembre

Invece di continuare in una polemica pretestuosa sull’allungamento dell’anno scolastico del tutto improbabile e divisivo, proponiamo l’accorciamento dei tempi per aprire il prossimo anno scolastico.
Si deve sapere – osserva il segretario generale della Uil Scuola – che senza interventi eccezionali e urgenti, l’anno scolastico non parte a settembre e – aggiunge – non riusciamo a capire perché opinionisti e studiosi statistici siano rassegnati al fatto che la scuola incomincia a dicembre. Ancora oggi in alcune realtà territoriali si stanno cercando docenti per una supplenza annuale, al netto degli gli errori delle GPS.

Aprire le scuole il primo settembre, come nelle intenzioni del Premier, potrebbe essere possibile solo  se si procede con volontà politica alla definizione di un provvedimento strategico e innovativo: organici unitari e triennali e assunzione dei precari.

Bisogna superare la logica delle contrapposizioni  corporative  che diventano élites. Le decisioni sulla scuola sono il triste risultato di questa politica ora asservita alle élites economiche.

Sono i soliti noti che con i numeri vorrebbero dimostrare l’indimostrabile e con azioni di distrazioni di massa, dissuadere da investimenti nei settori pubblici e della scuola.
Due casi tra tutti: i ragazzi e le ragazze italiane frequentano la scuola per periodi più lunghi dei loro coetanei europei. La mistica del rapporto docenti alunni non tiene in considerazione che l’Italia ha attuato – sola in Europa – l’integrazione dei disabili per i quali vi è un organico aggiuntivo di docenti che influisce sul rapporto totale. L’Italia ha fatto una scelta di inclusione e di civiltà.  All’estero ci sono le scuole differenziali, che peraltro sono state chiuse per i lockdown. Non sempre ciò che fanno gli altri è meglio di ciò che facciamo noi.


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