Turi: tornare a investire nella scuola statale

Attenzione alle derive privatistiche pronte a fare business con l’istruzione e con il futuro degli italiani

L’ascensore sociale si è fermato nel momento in cui si sono decisi i tagli all’istruzione per fare fronte alla crisi finanziaria –  osserva il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi  a seguito dell’intervento della ministra Fedeli in Commissione Periferie della Camera.

Una scelta perseguita in controtendenza rispetto ai nostri partner europei che, invece, hanno deciso di continuare ad investire in istruzione.

Ora ci si rende conto del danno inferto al futuro del Paese dai governi tecnici che lo hanno governato.

Il ritorno alla politica, quella con la P maiuscola è l’unica strada da percorrere, anche se in ritardo.

Certamente – sottolinea Turi – è della scuola statale che stiamo parlando, l’unica in grado di rimettere in moto l’ascensore sociale.

È un lavoro che la nostra scuola, i nostri insegnanti, l’insieme del personale, sanno fare e bene, lo hanno fatto in passato e continuano a permetterlo in tempi difficili, riuscendo a conquistare il gradimento e la fiducia degli italiani che hanno confermato a più riprese la loro contrarietà a finanziare scuole che non siano nel sistema statale.

Di questo la politica deve tenere conto, contro ogni deriva privatistica, sempre in agguato, per fare business sul futuro degli italiani.

 


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