UIL: si rafforza lo scetticismo sulla possibilità di fare in quattro anni ciò che l’ordinamento prevede di fare in cinque

PERCORSI QUADRIENNALI NEL SECONDO GRADO 

La garanzia per gli studenti e per il sistema stesso è che per ognuno siano raggiunte le competenze ed i profili educativi e culturali previsti da ogni ordinamento.

Il basso numero di sperimentazioni fin qui avviate per ridurre a quattro anni percorsi complessi quinquennali di scuola secondaria di secondo grado non ha costituito campione adeguato per la verifica delle opportunità e delle criticità derivanti. La UIL lo ha dichiarato fin dalla prima tornata di autorizzazioni nel 2013.

Ampliare il numero delle scuole aderenti consente in linea teorica di potenziare le evidenze scientifiche che potrebbero deporre, dopo il 2023, a favore di una riduzione generalizzata della durata degli studi nel secondo ciclo di istruzione.

Per fare questo occorre però che alcune variabili siano definite nazionalmente, quale quadro di riferimento generale al cui interno le scuole possano ricondurre i propri progetti. Questa condizione non pare rispettata nel bando, molto esposto alla responsabilità della dirigenza scolastica.

La variabile alunni ammessi al corso sperimentale ad esempio e’ di fondamentale importanza. Il bando prevede che siano i consigli di istituto a stabilire criteri per regolamentare l’eccedenza di alunni. Per la Uil tale misura non e’ sufficiente: nessun criterio selettivo può essere applicato in modo aprioristico: l’unico strumento e’ l’estrazione a sorte, tra tutti gli iscritti al primo anno di corso.

Ogni altro criterio falserebbe in un senso o in un altro gli esiti, soprattutto laddove prevalesse quello meritocratico, che porterebbe in automatico la sperimentazione rivolta alle eccellenze, mentre la realtà quotidiana delle scuole e delle classi e’ purtroppo ben lontana da questa impostazione.

Altro elemento di disparità viene introdotto dall’obbligo per le scuole statali di rispettare il rispetto del numero degli studenti previsto per legge, con una deroga per le scuole private, che non ha motivo di esistere.

Desta perplessità Il coordinamento tra il lavoro dei comitati tecnico scientifico di ciascuna scuola, gia in ordinamento, quello dei comitati scientifici a livello di ufficio scolastici regionali e quello del comitato tecnico scientifico nazionale.

La UIL chiesto la costituzione di un osservatorio nazionale per il monitoraggio sulla sperimentazione in cui siano rappresentate tutte le parti sociali.

Per la UIL ha partecipato Noemi Ranieri


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