Modena 2018 | Rifugiati e migranti, le buone pratiche delle scuole

Nei giorni in cui si annuncia la volontà di non aderire all’accordo globale sui migranti promosso dalle Nazioni Unite la UIL Scuola, in raccordo con l’Internazionale dell’Educazione espone le ottime pratiche della scuola modenese in tema di inclusione scolastica.

Il progetto di valorizzazione del lavoro che migliaia di docenti svolgono ogni giorno a favore degli studenti stranieri, rifugiati, migranti non accompagnati compie due anni. Dopo la Sicilia è l’Emilia Romagna a mettere in mostra competenza abilità e passione di studenti e insegnanti abituati a lavorare in mille difficoltà e a trasformare in creatività e speranza la disperazione e l’isolamento in cui tanti giovani stranieri vivono.

Ci riescono con successo al Cattaneo Deledda dove studenti e insegnanti realizzano meravigliosi pezzi unici con materiali di risulta, o all’IIS Guarini dove l’integrazione si pratica ogni giorno, o al progetto WelHome, in cui l’accoglienza insieme alla scuola la fanno le famiglia, incarnando esperienze reali di comunità educante in cui i diversi attori sociali, in raccordo con il comune si fanno carico delle difficoltà di ragazzi oggetto di tratta, in fuga da guerre e carestie.

Risposte chiare e forti a chi vuole alzare muri, alimentare la xenofobia, cavalcare l’intolleranza.
E’ nella scuola che ognuno può prendere consapevolezza delle proprie attitudini, nella scuola si pratica la cittadinanza rispettando il prossimo, si impara a stabilire relazioni positive. Nella scuola pubblica statale, aperta a tutti, autonoma e con insegnanti liberi si pongono le basi per realizzare sogni della vita, senza sottostare ai condizionamenti geografici economici o sociali.

Siamo certi che ciò non potrà avvenire in contesti di autonomia territoriale differenziata, ma che in quella situazione non tutti potranno avere le stesse opportunità. E non saranno soltanto i migranti, i rifugiati, i non accompagnati a subirne i danni ma un po’ tutti noi.

 


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