Turi: “Se la scuola riparte, riparte anche il Paese”
(…) Una democrazia è forte se si regge sui dati scientifici e non sulle narrazioni propagandistiche. La realtà è più complessa di come la si vuole rappresentare e per governarne gli effetti negativi, servono azioni coraggiose e condivise che si costruiscono con il confronto e con le relazioni democratiche.
Le misure che continuiamo a rivendicare sono: riduzione degli alunni per classe; presidi sanitari per il tracciamento e per la vigilanza sanitaria; trasporti dedicati e diversificati per ambiti geografici, con le aree metropolitane distinte dalle altre; innovazione tecnologica e digitale della pubblica amministrazione
Vanno usati i soldi del MES per i presidi sanitari nelle scuole e per i dispositivi di protezione individuale (Dpi). Priorità assoluta nel piano di vaccinazione del personale scolastico che è in prima linea nel contrastare gli effetti della pandemia. In questa fase di avvio di campagna di vaccinazioni si pensi al personale della scuola. A scuole chiuse non serve.
Guardando alle strategie di sviluppo, e per dare risposte alla piaga del precariato, bisogna agire sugli organici stabili, almeno triennali, su cui programmare e reclutare il personale anche a tempo determinato con contratti pluriennali. La scuola ha bisogno di certezze e stabilità che negli ultimi venticinque anni le sono state negate.
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