Scuola: è boom di domande per le supplenze Ata. Sono oltre due milioni.
Turi: c’è fame di lavoro e il governo nicchia
Fortissima prevalenza nelle province meridionali (61.29%) una domanda su tre nelle città metropolitane (38.8%).
Sono esattamente 2.178.949 le domande presentate da coloro i quali si sono candidati per le supplenze del personale scolastico a tempo indeterminato dei servizi complementari (3^ fascia ATA – assistenti amministrativi, assistenti tecnici, ausiliari) che si assenta in corso d’anno e che viene sostituito con personale a tempo determinato (supplenze brevi).
Il concorso pubblico, per soli titoli, di durata triennale, è scaduto il 26 aprile scorso e comporterà un super impegno per le segreterie scolastiche chiamate a graduare milioni di aspiranti a fronte di una modesta offerta di qualche migliaio di posti.
Il dato aggregato per aree geografiche – secondo la rilevazione effettuata dalla Uil Scuola – registra una fortissima prevalenza di aspiranti delle province meridionali (61.29%), rispetto a quelle settentrionali (38.71%) e mette in evidenza un’elevata concentrazione di istanze prodotte da residenti nelle città metropolitane (38.8%).
Difficile intravvedere una preferenza verso il lavoro pubblico, quanto piuttosto un’alta, indistinta, domanda di lavoro che spinge gli aspiranti a spostarsi in aree geografiche anche molto distanti da quelle di residenza, privilegiando le regioni del Nord.
Sale vertiginosamente la domanda di lavoro dopo che nel corso di poco più di un anno di pandemia si sono persi oltre 945.000 posti tra pubblico e privato.
Risulta drammaticamente confermato l’effetto devastante della crisi economica, acuita dalla pandemia, sul mondo del lavoro contenuto solamente attraverso l’adozione di misure straordinarie: blocco dei licenziamenti, ricorso massiccio alla cassa integrazione e dagli interventi assistenziali (reddito di cittadinanza, di emergenza).
Opportunamente, nel vertice UE del 9 maggio a Porto, tra gli obiettivi prefissati dai Paesi membri è emerso quello del raggiungimento del 78% del tasso di occupazione da conseguire entro il 2030. Nel frattempo è stato fortemente potenziato il budget del fondo SACE (misure di sostegno al lavoro) per traguardare una transizione che si preannuncia ancora lunga e complessa.
Mentre il mondo va avanti – osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – il Governo nicchia e pensa ai trasferimenti finanziari che le varie lobby rivendicando: serve, invece una strategia di sviluppo che guardi al lavoro che è l’unico mezzo per aumentare la domanda aggregata che ci farebbe uscire dalla crisi. Al momento la politica non aiuta e pensa al consenso, ai like e alle prossime elezioni.