Riflessione, condivisione, dialogo sono gli strumenti più importanti
Stress da lavoro e burn out: conferenza sul tema a Lecce
Il 30% degli insegnanti a rischio elevatissimo di stress professionale. Rincorrersi delle riforme scolastiche e indifferenza diffusa verso i tempi della scuola: le cause più diffuse.
Sostenere alleanze tra i protagonisti della comunità educativa, praticare l’orgoglio della propria professionalità, conoscere i fattori di rischio dello stress da lavoro correlato sono le misure con cui prevenire il potenziale burn out degli insegnanti. In base allo studio condotto dalla dott.ssa Luisa Vianello, relatrice al seminario di formazione “Stress e disagio nella scuola: burn out, bullismo, aggressioni fisiche e facili denunce”, svolto il 4 dicembre a Lecce, il 30% degli insegnanti si colloca al livello 3 di rischio altissimo, che si trasforma in disaffezione al lavoro, disinteresse generalizzato, affaticamento diffuso, dolori ricorrenti.
Patologie solo apparentemente aspecifiche collegate direttamente alla complessità organizzativa di un sistema articolato che, come la scuola, risponde a bisogni complessi della società, ma che con fatica fa fronte alla specificità delle aspettative ed alla pluralità di compiti e di funzioni. Lo sgretolamento dei rapporti di fiducia reciproca, la percezione di inadeguatezza generano tra i diversi attori reazioni talvolta violente che avvelenano il clima e innescano spirali negative. In Francia si registra un incremento esponenziale delle malattie psichiatriche degli insegnanti, in Giappone un aumento dei tentativi di suicidio, mentre l’ETUCE nel 2007 ha riconosciuto l’insegnamento come professione usurante e il MIUR nel 2008 ha richiamato l’esigenza di prevenire tramite la formazione lo stress da lavoro correlato.
La formazione in servizio, la conoscenza dei fattori scatenanti, sono per Noemi Ranieri il primo strumento di contrasto che la scuola, in attuazione del decreto 81/2008, deve adottare, ignorato, spesso, per timore dello stigma e dell’isolamento, nel quale inevitabilmente si finisce, o per le responsabilità che una analisi approfondita metterebbe in evidenza.
E’ sbagliato nascondere la polvere sotto il tappeto – la questione va affrontata presto e bene per fermare pericolose derive. Tra le cause più diffuse, il rincorrersi delle riforme scolastiche e l’indifferenza diffusa verso i tempi della scuola, sia in termini di progettazione dei cambiamenti che per il confronto tra gli operatori scolastici. Riflessione, condivisione e dialogo sono i primi interventi di riconoscimento e di contenimento.
Nel seminario organizzato dall’IRASE Lecce, a cui hanno preso parte oltre duecentosettanta docenti di ogni ordine e grado, il professor Demetrio Ria della cattedra di didattica sperimentale dell’Università del Salento, ha affermato che nella scuola si ingenera una vera e propria emergenza determinata dall’ansia di prestazione conseguente a sistemi di valutazione estranei alle logiche del nostro ordinamento.
Metodologie introdotte in ossequio a modelli anglosassoni, estranei quali le rilevazioni a carattere internazionale, le prove Invalsi sono contrarie alle metodologie educative del nostro ordinamento, in quanto dominate da logiche di mercato. Come il linguaggio stesso testimonia con l’uso costante di vocaboli quali debiti, crediti, punteggi e card di accumulo, si tende a spersonalizzare le relazioni educative a danno della coerenza e delle finalità che la Costituzione attribuisce alla scuola e alla libertà di insegnamento.
Tra gli elementi stressogeni , ha fatto notare Noemi Ranieri, si registrano molteplici cause che mettono in discussione l’utilità della professione, tra questi i lunghi periodi di precariato, classi numerose, burocratizzazione delle procedure, esposizione a critica ingiustificata, mancanza di sbocchi professionali costituiscono il soffitto di cristallo dell’insegnamento in cui mancano misure di contrasto e adeguati protocolli per il benessere organizzativo. Un fronte su cui costruire dal basso consapevolezza ed autoefficacia.
La UIL con la sua diffusione sul territorio, sportelli di ascolto dedicati, occasioni di confronto, studi ed approfondimenti c’è, ed è costantemente a fianco dei lavoratori e dei loro diritti.
Si parte con un ordine del giorno che impegna l’organizzazione ad attuare, con il lavoro delle RSU, ed in sinergia con le figure di riferimento che il contratto e la legge mettono a disposizione – rappresentante del lavoratori per la sicurezza, responsabile della sicurezza, la dirigenza scolastica, esperti a vario titolo coinvolti – per attuare attraverso l’istituto del confronto quanto previsto dal Contratto collettivo nazionale di lavoro in termini promozione della qualità del lavoro, del benessere organizzativo, per la individuazione delle misure di prevenzione dello stress da lavoro correlato e di fenomeni del burn-out.