I ritardi del Governo tagliano le retribuzioni del personale della scuola

Docenti e Ata si vedranno ridurre considerevolmente il netto in busta paga. La Uil Scuola Rua rivendica l’immediata restituzione del drenaggio fiscale con un’emissione straordinaria.

Il reddito da lavoro dipendente ha subito una drastica riduzione a causa delle riforme incompiute. Il Governo Draghi, prima, e quello Meloni, poi, hanno tagliato il cuneo contributivo rapportandolo al reddito da lavoro dipendente fino al limite massimo di € 35.000,00. In particolare, per redditi mensili lordi fino a € 1.923,00 (23.076,00 annui lordi) l’aumento sullo stipendio tabellare è stato del 7%; per quelli fino a € 2.692,00 (32.304,00 annui lordi) è stato del 6%. Situazione questa rimasta in vigore sino a tutto il 31.12.2024.
Per rendere strutturale questo beneficio economico per i lavoratori dipendenti, il Governo Meloni, con la legge di bilancio per il 2025, ha convertito il taglio contributivo in taglio delle tasse, agendo sull’ IRPEF e modificando le aliquote passandole da quattro a tre:

1) 23% fino a € 28.000,00;
2) 35% da 28.000,001 a 50.000,00;
3)43%da50.000,00 a salire.

Questo passaggio, per paradosso, ha determinato uno stipendio netto inferiore per effetto del c.d. fiscal drag (l’aumento nominale del reddito, ha fatto scattare le aliquote superiori con una trattenuta IRPEF più alta), rispetto al sistema precedente. Quello che tagliava i contributi.
E’ risultata, quindi, una trattenuta IRPEF (addizionali incluse) del tutto ingiustificata!

Lo stesso Governo ha riconosciuto l’errore e ha annunciato di voler rimediare con la restituzione del fiscal drag. Tuttavia, ad oggi, non si conoscono i tempi in cui la situazione sarà normalizzata.

In sintesi, al momento i lavoratori della scuola (sono interessati tutti i pubblici dipendenti), per effetto di questa modifica, si vedono riconoscere uno stipendio netto inferiore, (pur con un reddito imponibile più elevato rispetto a quello dell’anno precedente), pur avendo ricevuto un anticipo sugli aumenti retributivi contrattuali e percepito l’Indennità di vacanza contrattuale (IVC sul CCNL 2024/27)).
Sui cedolini si può agevolmente verificare come la voce “taglio contributivo” sia scomparsa e che risultano altre voci relative alle anticipazioni contrattuali, compresa l’IVC che avrebbero dovuto contenere l’aumento dell’inflazione e ridurre la perdita del potere d’acquisto.
Invece, innalzando l’imponibile, sono scattate le aliquote IRPEF più elevate.

L’effetto conclusivo è stato quello di determinare una busta paga più leggera!

Una situazione che sta generando grande malessere tra i lavoratori della scuola che la UIL e la UIL Scuola, sia in sede di trattativa per il rinnovo del CCNL 2022/24, che di confronto con il Governo, hanno stigmatizzato rivendicando aumenti contrattuali più elevati rispetto a quelli proposti in sede ARAN (5.78%), oltre alla totale revisione del sistema fiscale, attraverso la detassazione delle retribuzioni.

Nell’immediatezza, la Uil Scuola chiede la restituzione del prelievo fiscale operato sulla mensilità di aprile, anche ricorrendo ad emissioni straordinarie.


Condividi questo articolo: