La precarietà del lavoro non è la precarietà della persona
Gentile Senatrice Bianca Laura Granato,
ho avuto modo di leggere le sue dichiarazioni in merito al concorso straordinario.
Credo che chi riveste ruoli di importante rappresentanza istituzionale non può affidare alla propaganda valutazioni senza inserirle nel giusto contesto.
Qui di seguito, e in allegato, troverà una nota di approfondimento che rilancio e rivendico.
La precarietà del lavoro non è la precarietà della persona
Il concorso straordinario coinvolgerà 60.000 docenti precari non per loro volontà ma per precise responsabilità politiche. Di questo bisogna prendere atto e farsene carico.
Parlare di personale precario come se si trattasse di scolaretti da valutare è offensivo per tutti i lavoratori.
Diventa ancora più paradossale quando si scopre che una ricercatrice precaria ha contribuito ad isolare il virus del coronavirus, dando vanto e prestigio all’intero paese.
La invito a voler riflettere su chi ha interesse a delegittimare i docenti e la scuola statale.
Il sindacato che li rappresenta o una politica che strumentalmente li utilizza per raccogliere qualche consenso in più dalla platea degli arrabbiati.
Questo paese e la scuola si salvano facendo squadra e non creando divisioni assurde.
Mi auguro che sia lei a cambiare linea e idea.
Grazie per l’attenzione
Pino Turi – Segretario generale Uil Scuola
Voler far passare per ordinario l’accertamento di alcuni requisiti con un procedimento straordinario è velleitario e sbagliato
Il punto sul confronto sui concorsi
Di Pino Turi
Il ministero, come abbiamo avuto modo di denunciare nelle scorse settimane, non parla con le organizzazioni sindacali, preferisce scrivere, impostando il confronto sul terreno proprio della burocrazia. L’impressione è che non abbia motivazioni da sostenere, ma diktat da avanzare.
E’ in questo modo che il ministero nega le relazioni sindacali che, invece, meritano tempo, volontà politica, ascolto e mediazioni. L’alternativa? Fare a meno del confronto, ritenere i corpi intermedi un ostacolo e andare avanti con l’approccio dirigista ed autoritario.
E’ una scelta non nuova alla quale non vogliamo e non riusciamo ad abituarci. Scelta che ha portato e porterà la UIL Scuola a cercare il consenso sulle nostre proposte tra le persone e tra la gente, avendo sempre bene in mente il merito delle questioni, la tutela e la rappresentanza del personale.
Nel merito
La questione merita di essere correttamente contestualizzata. Il Governo è sotto infrazione europea per la reiterazione seriale dei contratti a termine, pur in presenza di posti vacanti in organico, da anni e non da ora. Una situazione che lo costringe ad adottare un provvedimento di emergenza per dare una boccata d’ossigeno, a settembre, stabilizzando meno della metà dei docenti 24 mila su una platea di oltre 60 mila.
Sono tutti insegnanti con molti anni di servizio alle spalle, non meno di tre visto che è il requisito minimo per partecipare al concorso straordinario. Se si trattasse di lavoratori privati avrebbero il diritto della trasformazione del contratto a tempo interminato.
Ora voler far passare per ordinario l’accertamento di alcuni requisiti con un procedimento straordinario è veramente velleitario e sbagliato, da parte di una politica che non ne azzecca una. Ogni gioco ha le sue regole e se è scelto di utilizzare il metodo computer-based con domande chiuse, si è scelto un campo di gioco ben preciso e le regole non possono che essere che quelle. Non si può svolgere una partita di basket con le regole del calcio.
Nel metodo
Il concorso straordinario è strutturato in due momenti per consentire, insieme la selezione dei più capaci: la fase iniziale selettiva, non va confusa con quella valutativa (le particolari competenze ed attitudini) che il candidato dovrà, invece, dimostrare alla fine di un intero anno scolastico di formazione e prova con orale per la conferma in ruolo.
Si capisce che qui si è alla ricerca di bandierine da piantare, strumentalizzando persone che saranno in servizio nelle classi dei nostri figli ancora per diversi anni, il tempo che servirà per il reclutamento a regime. Sono tutti professionisti a cui dover riconoscere, fino a prova contraria, la loro dignità e competenza professionale. Appunto fino a prova contraria, altro che selezione.
Il confronto
L’impianto è frutto di incontri ed approfondimenti con due governi e tre ministri. Bisogna avere l’umiltà di inserirsi nel confronto avendo lo sguardo rivolto alla situazione reale e non ad ipotetiche situazioni ideali che non esistono.
L’intero impianto cade, se un pezzo, come la conoscenza della batteria dei test, non è la base delle regole del gioco. E’ folle pensare che ogni commissione spulci una per una le domande e le risposte delle migliaia di candidati e poi assegni i punteggi. Il sistema computer-based ha un grade pregio: l’oggettività della correzione con un semplice lettore ottico. E’ forse troppo semplice?
Non ci si può meravigliare dei contenziosi che sorgono successivamente. Occorre evitarli in origine e non inventarsi concorsi e procedure che inducano i ricorsi.
Fatte queste premesse siamo ancora più convinti che non fornire la batteria dei test porterà a contenziosi infiniti. Le esperienze dei concorsi precedenti evidentemente non sono servite. Ci riferiamo a quello dei dirigenti scolastici e dei DGSA che mostrano i loro limiti. La batteria dei test con le risposte esatte è l’unico rimedio che lo può evitare e dà la possibilità ai candidati di prepararsi. Questo ben sapendo che la didattica dei quiz è totalmente diversa da quella classica che può andare bene ai concorsi ordinari.