Linee guida sui percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento 

Il contributo della UIL Scuola

L’alternanza scuola-lavoro ha impegnato le scuole superiori in uno sforzo nuovo e articolato, che ha richiesto adeguati raccordi fra l’ambiente scolastico e i diversi ambienti di vita e apprendimento che ospitano le esperienze di  crescita e sviluppo per  gli studenti. La recente definizione normativa ha investito le scuole superiori di un impegno che in molti casi è stato affrontato con grandi difficoltà.

Questo, in parte, perché le indicazioni pratiche seguite alla legge si sono rivelate limitate e non sempre sufficienti a guidare le scuole nella gestione delle iniziative connesse. Gli Istituti superiori si sono ritrovati a dover impegnare grandi risorse soprattutto per far fronte alla gestione degli aspetti operativi di questa iniziativa e questo ha significato in molti casi il venir meno dell’attenzione sull’aspetto più significativo dell’alternanza, ovvero lo sviluppo delle competenze.

Avvicinare i giovani al mondo del lavoro può avere un senso solo se viene implementato un sistema che permetta ai ragazzi di comprendere come dal presente nasca il futuro dando significato, visione e valore al loro impegno negli studi.  Crediamo infatti  che l’approccio etico all’alternanza nel rispetto della finalità educativa propria della scuola  non possa  essere barattata con logiche addestrative, ne’ confusa con finalità manageriali ed imprenditoriali.

Il focus non può essere incentrato solo su quanto ci si aspetta in termini di competenze, capacità e conoscenze. Il mondo della scuola e quello dell’azienda devono condividere una vision, rispettosa dell’autonomia progettuale delle scuole e della funzione sociale dell’istruzione.

L’attuale crisi economica ha fatto comprendere chiaramente che le aziende hanno necessità di costruire un tessuto di risorse umane di adeguata qualità che non può nascere all’istante, quando il ciclo riprenderà. Esso ha bisogno, al contrario, di essere adeguatamente selezionato in anticipo, formato e inserito per tempo. Per contro deve esserci sempre più consapevolezza in tutte le parti sociali che il panorama del mondo del lavoro è cambiato ma non è sostituendo le logiche del lavoro e dell’impresa a quelle proprie della scuola e dell’istruzione che si colma il divario. È rafforzando la scuola, la sua missione all’interno della comunità educante che il tema può essere  affrontato al meglio.

La scommessa sta nel costruire un modello comune che definisca obiettivi condivisi oltre lo sviluppo di competenze, abilità e conoscenze dando valore alla sfera più profonda dell’individuo, orientandolo a scoprire il proprio talento insito nelle attitudini personali che possono emergere in contesti diversi.

Sviluppare la capacità di adattarsi a più ambienti, permette allo studente di mettere in una certa prospettiva quanto apprende sia in termini di conoscenze e competenze disciplinari che trasversali compiendo delle scelte, focalizzando l’attenzione su alcuni determinati aspetti . Mette in atto in questo modo la capacità critica e il giudizio di valore rispetto a sé stesso.

E quindi, così come propone la Uil Scuola,  poiché “la trasversalità delle competenze di cittadinanza coinvolge ogni aspetto della esperienza scolastica” è necessario il loro inserimento nei piani di studio personalizzati.” 

Nelle nuove Linee guida la parola “orientamento” si ritrova nel titolo con l’intento di   “cambiarne la cultura che attenzioni il lavoro, come  parte del curricolo , che non sia più realizzato, come fatto finora , affidato solo a qualche docente di “buona volontà  e rivolto alle classi finali delle Scuole secondarie di primo e secondo grado attraverso “visite guidate “ nelle scuole o nelle Università. L’orientamento  deve  partire da molto prima, coinvolgere l’intera Comunità educante, proporre via via attività più strutturate nel passaggio alla scuola secondaria di primo grado solo nella fase finale del corso di studi interfacciarsi con il lavoro, le imprese,   i  servizi  per il lavoro (centri per l’impiego, agenzie per il lavoro,  e le parti sociali, tra cui anche le organizzazioni sindacali sono ricomprese).

Per fare tutto questo,  è necessario, come  sostiene la Uil Scuola  garantire alle scuole maggiori spazi di autonomia sia nella definizione del numero delle ore che nelle modalità di realizzazione dei percorsi, eliminando inutili e talvolta controproducenti obblighi orari così come è importante dare alle scuole  maggiori risorse economiche. Va lasciata alle scuole la possibilità di declinare modalità e criteri. Le regolamentazioni frutto di burocratizzazione troppo spesso restano solo sulla carta, anche a causa di difficoltà strutturali oltre che del tessuto economico e produttivo di un territorio, che genera disparità tra le scuole dei diversi territori.

 La burocratizzazione dei processi ha determinato, e ciò non deve più accadere, il ricorso a pacchetti “chiavi in mano” a cui le scuole fanno riferimento, spostando all’esterno finanche le  ridottissime risorse  a disposizione. Sono da implementare   modalità che sostengono la coprogettazione tra la scuola e le imprese. 

 Occorre che ciascuna scuola si doti di personale formato nella progettazione per competenze finalizzata all’orientamento al lavoro, non richiesta finora al personale scolastico. Non essendo presente nel panorama formativo, tali capacità professionali  vanno  costruite tutte sul campo.

Nel merito evidenziamo:

il progetto di orientamento di una istituzione scolastica dovrebbe tener  conto di approccio fondato sui seguenti principi chiave:
Riflessività – Continuità – Consapevolezza di sé – Motivazione e personalizzazione Concertazione e negoziazione – Intenzionalità -Interazione e responsabilità –Inclusione.

Queste possono essere ritrovate all’interno delle linee guida, sebbene vada data ad esse una impostazione semplificata e semplificante per  evitare il rischio di un approccio tutto burocratico ed una declinazione solo sulla carta dei principi, soprattutto ove non condivisi, ed una conseguente  trasformazione delle opportunità formative in meri adempimenti, privi di senso per gli studenti.

Semplificare e rendere coerenti con tale impostazione la troppo  particolareggiata esplicitazione dell’educazione alla imprenditorialità e all’educazione finanziaria che risultano  fuorvianti. L’impegno richiederebbe un monte ore dedicato da inserire in ogni indirizzo di studio ed in ogni ordinamento e richiede un intervento sui piani orari e su organici dedicati, che i vincoli di bilancio non consentono. Non siamo affatto convinti che tali tipi di apprendimento siano in linea con i bisogni formativi come finora tratteggiati, al contrario rinnega nei fatti tutti i riferimenti alla trasversalità dell’approccio.

Per evitare divaricazioni  tra le indicazioni fornite dal MIUR e il lavoro delle scuole occorre procedere ad alcuni interventi nel testo ad esempio suggeriamo di semplificare  l’apparato di rifermento del quadro europeo  posto nelle prime pagine come  materiale di accompagnamento  e porlo in appendice.

Le attività e le competenze per la sicurezza  sono state chiarite sia in termini di soggetti che di ore.  Il problema si pone per le ore da svolgere quando l’attività è all’interno della scuola in tal caso essendo la  scuola il soggetto responsabile ne deriva che le ore devono necessariamente  essere svolte in  presenza e ciò va a determinare ulteriori oneri.

Le modalità di certificazione sono inserite  correttamente allegate al diploma e  secondo quanto stabilito nel PTOF ma la funzione valutativa delle competenze di PCTO in capo ai tutor interni va alleggerita se non si intende paralizzarne l’impatto sulla valutazione complessiva del profitto, anche in sede di  consigli di classe. Il consiglio in molti casi non ne condivide il potere ed allo stesso tempo  percepisce come troppo oneroso per l’organo collegiale il  farsi  carico di tutte le attività connesse all’alternanza generando ambiguità, tra disinteresse e delega marcata.

La struttura dei PCTO  spinge  ampiamente verso la  personalizzazione, secondo diverse modalità. Più si prevede lo svolgimento delle attività all’interno della scuola con i laboratori di Impresa Formativa Simulata maggiore è la presenza oraria significativa del personale scolastico; in particolar modo i docenti sono chiamati ad un  ruolo di esperti e non possono essere individuati a caso.
Gli apparati burocratici derivanti dalla sottoscrizionedelle intese, dalla predisposizione di percorsi personalizzati, da certificazione e valutazione delle competenze, aumentate dall’impatto sugli esami di Stato, non  hanno visto il mantenimento quanto meno ovvio delle risorse, ma addirittura il loro dimezzarsi.

Quanto si legge nelle  nuove Linee Guida è fondamentale che diventi oggetto di formazione in servizio rivolta a tutto il personale scolastico, dai dirigenti agli  Ata ai docenti passando per i tutor interni  e prevedendo modalità di coinvolgimento dei tutor esterni.

Gli sforzi di ridefinizione dei profili dell’alternanza scuola-lavoro imposti da una diversa visione dell’amministrazione devono trovare coerenza negli investimenti per la formazione del personale su questo e su tutti i profili  pedagogici ad alto tasso di innovazione.

 

 


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