Tuttavia, la vera messa a fuoco di una pianificazione condivisa in relazione alla valorizzazione delle competenze ingegneristiche e scientifiche è riscontrabile, sempre nel dibattito statunitense, intorno alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, per tradursi poi in vere prese di posizione ufficiali della National Science Foundation, auspicando una maggiore diffusione delle discipline Stem (Science, Technology, Engineering, Mathematics), inizialmente denominate Smet. In quel caso, tuttavia, il problema non era più riconducibile (o non solo) alle esigenze di una competizione geopolitica, bensì correlato alle trasformazioni del mondo del lavoro.
La concretizzazione di una nuova rivoluzione tecnologico-digitale faceva intravedere profondissime trasformazioni nel sistema occupazionale, che avrebbe certamente avuto bisogno di un maggior numero di figure professionali provviste di competenze tecniche e ingegneristiche. Ecco perché nel 2005 la National Academy of Science suggerì in qualche modo il primo piano di finanziamento per le discipline Stem, da realizzarsi nell’arco di un quinquennio, dunque entro il 2010, proponendo l’istituzione di un sistema speciale di borse di studio nell’area, un aumento del numero dei docenti delle relative discipline, e una formazione metodologico-didattica specifica per tali docenti.
L’avvio di questo processo trovò poi un convinto sostenitore nel presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che nel 2009 in più occasioni ribadì la necessità economico-sociale di un potenziamento delle competenze scientifiche, soprattutto di tipo applicativo, per il futuro della nazione. Fu proprio il governo Obama, ormai 13 anni fa, a introdurre i primi progetti Stem per le scuole di infanzia, l’avviamento di un coordinamento tra le discipline Stem nelle scuole superiori, e lo stanziamento di fondi speciali per la formazione degli insegnanti. (…)
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