Partiamo dalla comunità educante per avviare il confronto

Argomenti molto sentiti quelli esposti dal ministro Bussetti oggi in Commissione Istruzione al Senato: revisione del sistema di valutazione dei prof e dei dirigenti scolastici, metodi di finanziamento,anche attraverso i PON, per le scuole private del sistema di istruzione. Ma nulla leva e nulla aggiunge alla situazione attuale.

Sono argomenti che implicano principi e valori costitutivi del sistema scolastico e che puntualmente impegnano le forze  politiche, sempre attente alle lobby che sul sistema scolastico puntano la loro attenzione.

Ancora una volta sono indicati i titoli, e su questi è giusto che sia aperto il dibattito.
Sono argomenti che devono vedere coinvolti i lavoratori della scuola e le loro rappresentanze.
Noi siamo in attesa di un confronto con il ministro per entrare nel merito degli argomenti.

C’è estremo bisogno di capire le linee strategiche di questo Governo che si sta limitando, al momento, a curare gli aspetti tattici toccando e non affondando i problemi aperti dalla legge 107 fortemente voluta dal predente Governo.

Un  conflitto nato sul modello di scuola della legge 107, fortemente avversato  e che solo con  il rinnovo del contratto nazionale è stato rimesso nell’alveo del confronto costruttivo che ha sancito e condiviso il modello di scuola comunità.

Abbiamo ripreso la questione avendo a riferimento la specificità dell’istruzione come funzione e non come mero servizio, così come delineata dalla nostra carta Costituzionale che rappresenta per tutti una bussola per ogni decisione condivisa.

Noi siamo pronti, attendiamo una convocazione del ministro per aprire un confronto in cui coinvolgere la comunità scolastica che vede nel personale e nelle sue rappresentanze attenzione per evitare gli errori del passato ed evitare che le lobby sempre pronte siano a determinare le scelte su un settore che rappresenta il futuro economico e sociale del paese.

Per farlo c’è bisogno di ripulire il terreno dagli scontri politici e trovare il massimo della condivisione, che non si può limitare al perimetro parlamentare, ma va esteso a quello di coloro che sono chiamati ad operare, docenti Ata e dirigenti.

 


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