Per abolire il vincolo quinquennale bastano tre giorni. A settembre Waterloo per la scuola se non ci sarà un progetto

Il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, è intervenuto a Orizzonte Scuola Talk per parlare dell’attualità scolastica alla luce del nuovo governo.

La questione del vincolo quinquennale è politica: se il Ministro Bianchi vorrà intervenire su questa situazione noi saremo d’accordo per riaprire il contratto di mobilità. Bastano tre giorni per cambiare“.

A proposito del nuovo Ministro Turi dice: “Noi ci aspettiamo che mercoledì ci sia un progetto vero per la scuola a partire dalla sicurezza della salute delle persone“.

Nessuno ha imposto questo calendario scolastico. Ci sono altri paesi che fanno altre pause. Allungare non credo che ci sia bisogno. Forse rivedere qualcosa, ma serve un progetto serio e la scuola non può vivere alla giornata. Lo scorso governo faceva questo. Mi auguro che con il Ministro Bianchi si possano realizzare obiettivi utili per la scuola. Rischiamo una Waterloo della scuola“.

Bisogna sconfiggere il coronavirus. Dobbiamo avere garanzie per la sicurezza dei lavoratori. La maggior parte delle scuole da settembre stanno svolgendo didattica in presenza. Cosa c’è da recuperare?

C’è bisogno di intervenire sugli organici. Noi chiederemo organici triennali sulle assunzioni e sui trasferimenti. Bisogna investire sulla scuola. Deve cambiare la politica di questo Paese“.

Nel link il video dell’intervista.
Qui di seguito il testo integrale.


Patrizi Bianchi è il nuovo ministro dell’Istruzione, soddisfatto?

Non è questione di soddisfazione sul Governo ma sulla soluzione che il Governo darà ai problemi.
Quelli della scuola non possono più attendere.
Noi ci auguriamo che ci sia una nuova stagione di confronto.
di apertura con i rappresentanti dei lavoratori per trovare le soluzioni.

Incontro con il ministro. Quali istanze?
Per il vincolo quinquennale quali richieste?

Per questa questione ci eravamo già spesi lo scorso anno. Avevamo chiesto la riapertura del contratto sulla mobilità. E’ materia contrattuale. Non c’è bisogno di scomodare la legge, serve volontà politica.
Se il ministro vorrà aprire il contratto sulla mobilità, rivederlo alla luce della situazione attuale, eliminando l’anacronistico vincolo quinquennale, si può fare in tre giorni.

Graduatorie Ata terza fascia: tra poco si riaprono le procedure per l’aggiornamento.
Le segreterie saranno oberate di lavoro. Si riusciranno ad avere i nuovi dati pronti per settembre?

Siamo veramente in difficoltà e molto preoccupati.
Rischiamo di trovarci nella situazione dello scorso anno con problemi ingigantiti.
Servono provvedimenti speciali per una situazione particolare come questa.
Pensiamo agli esami di Stato: si faranno in modo diverso perché le circostanze sono diverse.
Non comprendiamo perché in questo contesto diverso si seguano procedure ordinarie. Servono misure straordinarie.
Ci auguriamo che mercoledì ci sia un confronto vero, articolato, per il rilancio della scuola statale di questo Paese. A partire dalla sicurezza e dalla difesa della salute delle persone.

Riforma del calendario scolastico: sarebbe giunta l’ora di portare la riapertura dell’anno scolastico al 1 settembre?

Il calendario scolastico non è un tabù, è uno strumento.
La competenza è delle Regioni, che lo definiscono su base territoriale e della organizzazione sociale del lavoro. E’ il risultato di questa organizzazione. Nessuno ce lo ha imposto, nulla vieta che si possa definire diversamente.
In altri Paesi europei la sospensione delle attività didattiche avviene n modo diverso.
La scuola italiana svolge il maggior numero di ore di lezione in rapporto agli altri paesi europei. Nessuno può pensare che questo dato non possa essere cambiato. Cambiare è una cosa, allungare è un’altra. Speriamo non ce ne sia bisogno.

Bisogna avere un progetto serio. La scuola non può procedere senza programmazione.
Questo è stato l’aspetto critico dello scorso Governo: navigare a vista e mettere sotto il tappeto i problemi.
Con il ministro Bianchi ci auguriamo venga fuori una road map precisa su come garantire la sicurezza nelle scuole, la didattica in presenza. Questo è l’obbiettivo principale.
Se non si interviene subito rischiamo di trovarci nelle condizioni di questo anno. Una Waterloo della scuola italiana.

I problemi strutturali non sono stati aggrediti: il numero di alunni per classe, la gestione degli spazi nelle scuole, i trasporti. Non ci sono scuole di prossimità. E’ una situazione complessiva che è stata sottovalutata perché nessuno si aspettava la seconda ondata e ora la terza.

Accelerazione del piano vaccinale. Quali misure per la scuola?

Non dobbiamo trasformarci in scienziati o in virologi. Chiederemo al ministro di avere i dati.
La responsabilità di aprire le scuole o tenerle chiuse non è in capo ai sindacati, anche il Governo deve sentire gli scienziati. E’ sulla base dei dati scientifici che andranno fatte le scelte.
La vaccinazione di massa è certo passaggio essenziale: per mettere in sicurezza la società bisogna mettere in sicurezza la scuola. Questo virus sta creando problemi non solo di natura economica, ma psicologica. Non ci saranno ristori che tengano per la vita delle persone.
Le scuole sono aperte da settembre, non dimentichiamolo. Se si fa eccezione per le scuole superiori che hanno trasformato il modo di fare lezione al 50% e 50%, le altre scuole sono rimaste aperte. Il personale ha lavorato sempre.
Qual è il problema dei recuperi sollevato in questi giorni? Ogni scuola stabilisce in modo autonomo il piano dei recuperi. Anche su questo aspettiamo di conoscere quale sarà il piano per mettere in sicurezza la scuola del nostro Paese.

Bianchi: un ministero all’insegna della pacificazione?
Si potrà aprire una nuova stagione contrattuale?

La preoccupazione che ho è quella di mettere in sicurezza l’anno scolastico.
Questo ci sembra l’aspetto preliminare al momento.
Non nascondo che ci siano stati conflitti con il ministro Azzolina, tuttavia anche dallo scontro si può uscire se si ha un obiettivo chiaro. Definiamo la situazione: il coronavirus non è passato. E da questo punto he dobbiamo partire.
Faccio un esempio: è terminato il concorso straordinario. Dire che l’84% delle persone ha partecipato significa che un 16% non ha potuto farlo. I diecimila che non hanno potuto partecipare che sorte avranno? Chi se ne occuperà?
Un sindacato che non ha cuore le sorti di queste persone, non ha a cuore l’intera categoria.
E’ un diritto delle persone, è un diritto degli studenti. Lavoro e continuità didattica, sono le facce della stessa medaglia.

Il sistema dei concorsi è fallito. Bisogna prenderne atto. Servono soluzioni alternative.
Abbiamo già dato indicazioni in questo senso. Bisogna mettere gli insegnanti in classe dal primo settembre.
Non aprire i cancelli ma di essere operativi con le persone. Quello è il recupero che va fatto.
Se io apro le scuole il primo settembre ma non ci sono le persone, che recupero faccio?

Per essere operativi bisogna fare in modo che le persone abbiano la loro stabilizzazione.
Abbiamo 200 mila insegnanti precari. Una scuola con questo numero di precari non può svolgere la funzione che questo Paese le affida.

Docenti ingabbiati: che entrati di ruolo sono rimasti fuori regione.
Che azioni chiederete per loro e per docenti che sono dentro il vincolo quinquennale?

Non si risolvono i problemi a pezzi. Bisogna riaprire la contrattazione e risolvere i problemi.
Lo abbiamo già detto e lo diremo ancora: punto di partenza sono gli organici.
Va superato l’organico annuale. Chiederemo organici triennali per fare programmazione sulle assunzioni, sui trasferimenti.
I posti ci sono. Dobbiamo uscire dal dedalo di norme che la burocrazia ha creato per stratificazione.
Aprendo il contratto sulla mobilità si può fare molto per eliminare i blocchi che determinano le situazioni attuali di difficoltà del personale.

Ci vuole innovazione e volontà politica. Sono investimenti che non sono mai stati fatti per carenza di risorse.
Che cosa c’è di più strutturale dell’organico nel sistema scolastico? Ciò consentirebbe, per tutto il personale, di poter fare una programmazione che metta fine alla fabbrica del precariato.
Bisogna cambiare passo e direzione: investire sulle persone.


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