La tutela dei lavoratori è un’esigenza reale

Salta il tavolo sul Protocollo Sicurezza 0-6 anni. Il resoconto dell’incontro al Ministero dell’Istruzione del 1 settembre 2021.

Nessuna intesa sul Protocollo Sicurezza 0-6 anni. Al termine dell’incontro del 1° settembre tra il Ministero dell’Istruzione e le Organizzazioni sindacali, il nodo resta sempre lo stesso: La UIL Scuola chiede che i costi  dei tamponi per il personale privo di green pass siano a carico dell’Amministrazione.

Il Ministero ha presentato una bozza di protocollo sottoponendola al confronto delle parti convenute. Nell’introdurlo, l’Amministrazione, rappresentata dal Capo Dipartimento, Jacopo Greco, e dal Capo della Segreteria Politica del Ministro dell’Istruzione, On. le Francesca Puglisi, ha evidenziato la difficoltà di estendere gli effetti del D.L.111 del 6 agosto (quello che istituisce il green pass) ai lavoratori che non intrattengono un rapporto di pubblico impiego con le diverse amministrazioni (in questo ambito agiscono anche soggetti privati che operano in regime di convenzione per lo svolgimento di servizi a sostegno delle funzioni educative, genitori, etc.). Disagio questo che emerge in tutto il testo del Protocollo finendo con il frustrare le finalità per cui lo stesso è  atto necessario.

La sua reale efficacia, è stato detto, è subordinata alla possibilità di migliorarlo, eventualità possibile solo in presenza di un contesto normativo ben definito. Di tanto è fatta espressa menzione al punto 1 della bozza di intesa presentata [1].

Sono due gli atti a cui il Protocollo proposto fa riferimento e che la UIL SCUOLA ritiene contraddittori: la nota n.900 del 18 agosto, emanata dall’Amministrazione scolastica e il Protocollo sulla sicurezza, sottoscritto il 14 agosto. È evidente infatti che la nota contraddica il contenuto del Protocollo nella parte relativa ai tamponi diagnostici limitandoli ai soli lavoratori “fragili”.

La UIL SCUOLA ha precisato che il riferimento ai lavoratori “fragili” compare solo nella parte relativa agli impegni politici che il Ministero ha assunto per la sua definizione, considerato che, superata di fatto la DAD, rimane da risolvere la collocazione giuridica di questi lavoratori. Impossibile, quindi, oltre che incoerente, fare riferimento a due atti di valenza opposta.

Il sindacato ritiene che, anche in considerazione di un contesto normativo impreciso, sia fondamentale ristabilire un clima di tranquillità tra i lavoratori, ancor più, se riferito a quelli che operano nel settore 0-3 e 0-6, soggetti ad un livello di rischio contagio ancor più elevato rispetto ai colleghi della scuola pubblica statale. In tale ambito, agiscono una pluralità di lavoratori a cui non si possono estendere regole per analogia. Ed è per questo che servirebbe una legge specifica.

In tema vaccinazioni, la UIL SCUOLA ha dichiarato la propria assoluta indisponibilità a sottoscrivere alcun accordo che non tuteli tutti i lavoratori, precisando che anche su quelli che non intendono vaccinarsi occorre fare una civile opera di convincimento, mai di ricatto o peggio ancora di penalizzazione, discriminandoli sino ad intaccare i diritti.

Il tavolo è stato quindi aggiornato a data da destinarsi, senza che si sia proceduto alla sottoscrizione di alcuna intesa. Per la UIL SCUOLA, hanno partecipato Rosa Cirillo e Giancarlo Turi. Per la Confederazione, Ivana Veronese.


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