Puglia e apertura scuole: siamo al fai da te
Nel perimetro della maggioranza crescono i contrasti che rischiano di diventare insanabili. A rimetterci sono docenti, dirigenti e Ata.
Scuola è funzione dello Stato, l’emergenza sanitaria va governata in un quadro di regole generali.
Alle ordinanze, a dir poco singolari, del Presidente Emiliano, il ministro dell’istruzione risponde con una nota di vicinanza e solidarietà.
Ci chiediamo: il ministro vive in un altro paese? Non è ministro italiano e dunque anche della Puglia?
Di fronte ad un’invasione di campo del Presidente Emiliano, il ministro dell’istruzione, non si può limitare alla solidarietà, deve agire: l’ordinanza è illegittima, va cassata.
Il Presidente Conte, che è intervenuto nel commissariamento della sanità in Calabria, sa come si fa.
Dobbiamo riconoscere al ministro una affermazione fondante che ci trova concordi: la scuola italiana è quella della costituzione, non servizio a domanda individuale.
Ribadisce – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – ciò che andiamo ripetendo da tempo: la scuola è funzione dello Stato, non c’è spazio per la legislazione concorrente sulla materia scolastica.
L’emergenza sanitaria va governata in un quadro di regole generali, altrimenti diventa un far west. La scuola non deve essere terreno di scontro politico, né istituzionale.
La stessa costituzione riconosce alla scuola dell’autonomia il compito istituzionale di corrispondere alle esigenze specifiche di famiglie e alunni. Non spetta alla Regione.
Stato e Regioni devono realizzare le condizioni di funzionalità e sicurezza alle scuole per realizzare la loro missione.
Il problema è proprio questo, lo stanno facendo? – si chiede Turi. A giudicare da ciò che accade sul territorio pugliese, proprio no.
I motivi del fallimento di queste politiche lo accreditiamo al modello di gestione politica di tipo populista, che pensa di fare da sé, senza ascoltare le forze attive e produttive del territorio.
Si perseguono azioni autoreferenziali -osserva Turi – spinte da messaggi populisti.
Alla fine, anche i cittadini arrivano ad assumere convinzioni sbagliate: prima fra tutte quella di vedere la scuola come un servizio socio-assistenziale.
I protagonisti di questo scontro rappresentano le facce di una stessa medaglia, quella di un ego irresponsabile.
Dobbiamo stare attenti che a rimetterci non siano i lavoratori della scuola che stanno mantenendo una responsabilità che va oltre i loro doveri.
Si tratta di una guerra che ha un obiettivo comune, il Coronavius, e servono strumenti diversi dal passato.
Abbiamo chiesto e offerto collaborazione innumerevoli volte. E’ ora di dire basta.
Si apra immediatamente un tavolo di confronto sindacale per verificare che i lavoratori siano garantiti, nella loro dignità e nella loro salute. Solo così ci sarà spazio per svolgere la funzione indispensabile dello Stato.