Turi: falle nel sistema non possono ridisegnare i diritti delle persone

SUPPLENZE: ERRORI NON SOLO NEL LAZIO – Alcuni uffici regionali hanno riconosciuto gli errori e rimediato, altri hanno scelto di lasciare gli elenchi invariati. Chiesto un incontro al ministero per attivare una verifica puntuale e rimediare agli errori.

Errori di impostazione del sistema telematico, lacune pregresse delle GPS, software non testato che ha dato risultati errati: sono queste le segnalazioni che continuano a giungere nelle segreterie Uil Scuola di tutta Italia.

Il ministro annuncia che, per la prima volta nella storia della Repubblica, il personale è assegnato alle scuole nei tempi per essere in classe fin dal primo giorno di scuola.

Tutto vero: sia gli errori che il primato politico – osserva Turi – si tratta ora di verificare con urgenza l’esito di questo lavoro, dove sono gli errori e correggerli. Per questo motivo, abbiamo chiesto unitariamente un incontro al ministero per capire come effettivamente stiano le cose e nel caso di errori come rimediare.

Nelle diverse regioni stiamo registrando posizioni divergenti: alcune Direzioni regionali (Puglia) hanno ritirato gli elenchi, ammettendo l’errore e verificando le singole posizioni individuali, altre (Lazio) hanno deciso di lasciare la situazione com’è. In questo modo – osserva Turi – di fatto si rinvia al contenzioso.
Un vecchio difetto della burocrazia che quando non vuole dare risposte si trincera dietro un «è tutto in regola, fai ricorso».

Il cittadino non può essere lasciato solo. Difendere i diritti dei lavoratori è prerogativa sindacale che viene prima, serve a evitare i contenziosi, non a provocarli.

Sollecitiamo il ministro per attivare una verifica puntuale e rendere conto dell’attività ammnistrativa, non solo formale, ma sostanziale con i risultati attesi.  Siamo in attesa di una convocazione che dia le risposte collettive che abbiamo chiesto in questi giorni.

La prossima settimana le scuole apriranno alla partecipazione attiva degli studenti. Ognuno di loro ha diritto ad avere il suo docente, in base ai principi di legge e non di un algoritmo imperfetto.

C’è tutto il tempo di agire per ripristinare la legalità degli atti, ma serve tempestività ed assunzione di responsabilità, come quella dimostrata dagli uffici che hanno riconosciuto gli errori e rimediato.


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