La nostra scuola, di tutti, è successo in integrazione

La nostra scuola statale, aperta e inclusiva, è il modello da valorizzare. No alle scuole di tendenza.  Per le private valga il principio di ‘senza oneri per lo Stato’.

Guarda alla scuola italiana, una scuola inclusiva, che non lascia indietro, né fuori, nessuno.
Una scuola che è base per la coesione sociale, per l’educazione, l’integrazione, lo sviluppo – il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi, nel suo intervento all’Esecutivo nazionale riunito oggi pomeriggio a Fiuggi.

Solo la scuola pubblica può fare l’integrazione che ha fatto – aggiunge Turi –  non che dovrà fare, in un futuro da immaginare, quella che ha fatto già.

E’ guardando a questo modello di scuola – spiega Turi, ricordando la giornata Mondiale dei Rifugiati – che possiamo superare la vocazione in atto alla separazione, agli elenchi, al censimento.

Concordiamo con il ministro Bussetti: le scuole vanno aperte e non chiuse – sottolinea il segretario Uil.
Ogni scuola che chiude è un danno per la società, ma attenzione a non finalizzare le risorse dello Stato verso quelle  paritarie a discapito di quelle statali.

Bisogna evitare – aggiunge Turi ricordando Piero Calamandrei, che per fare vivere le scuole private si mandi in malore quella statale.

Rimettiamo in ordine le questioni –  continua  Turi – la scuola della Costituzione, quella di tutti e di ognuno, svolge una funzione fondamentale per il futuro del Paese. Quelle private, rispondono ad un servizio a domanda individualizzata, vanno garantite ‘senza oneri per lo Stato’, che può intervenire quando l’offerta formativa, come di fatto avviene per le scuole dell’infanzia, è insufficiente e la Costituzione non ne garantisce la diffusione.

Pensare di spostare soldi pubblici a favore dei privati, invocando la libertà di scelta –  ribadisce Turi – aprirebbe la porta ad un modello che nelle intenzioni è quello che proponeva la Buona scuola.
Una sorta di privatizzazione del sapere che risponde a modelli di neo liberismo che ci vede fortemente contrari e ha poco a che fare con il modo di fare scuola statale inclusiva e non esclusiva.


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