Direttori amministrativi delle scuole: a settembre ne mancheranno oltre 2mila

Sarà senza una scuola su quattro. E l’amministrazione scolastica non dispone di alcun sistema di reclutamento in grado di colmare i posti vacanti. La denuncia della Uil: scuola sempre più nel segno della precarietà.

Il prossimo anno scolastico si aprirà con il 25% dei posti di direttore amministrativo scoperti. A settembre mancheranno infatti 2.120 figure direttive (il 26% sul totale delle scuole).
Non solo. L’Amministrazione scolastica non dispone di alcun sistema di reclutamento in grado di colmare i posti vacanti.

L’ultimo concorso specifico, bandito nel 2018, ha visto esaurite le relative graduatorie. Le procedure concorsuali in itinere (concorso ordinario) sono ancora molto lontane dall’essere concluse e, comunque, i tempi tecnici per emanare il bando andranno molto oltre il prossimo l’anno scolastico.

Ad oggi, il ministero continua a far ricorso alle figure professionali interne in posizione immediatamente inferiori (assistenti amministrativi). A loro viene riconosciuto un semplice indennizzo economico, senza che vengano ammessi a partecipare a procedure riservate.

La quasi totalità di questo personale (1.764) svolge tale funzione da più di tre anni. Ad oggi, l’unica procedura concorsuale in itinere riguarda il concorso ordinario.

Questo è uno dei casi in cui le regole della giurisprudenza europea, che limita la precarietà a 36 mesi, vengono sistematicamente ignorate.

Un autentico nodo gordiano che, dal 2009, nega il diritto a stabilizzare quanti, sul campo, hanno mostrato di saper svolgere la funzione e di saper far funzionare con regolarità i complessi meccanismi scolastici.

Una situazione a dir poco imbarazzante, soprattutto nella previsione della realizzazione di tutte le misure previste dal PNRR che, sulla scuola, investe poco meno di venti miliardi di euro nei prossimi sei anni, senza che questa possa avvalersi di figure professionali stabili in grado di dare continuità all’azione amministrativa.

Uno scenario analogo si profila anche per i docenti: un insegnante su quattro avrà un contratto precario. E della loro stabilità non solo non si parla, ma si configura un gioco dell’oca che riporta tutti alla casella di partenza come se il tempo non fosse mai trascorso. Una situazione che va risolta al più presto.

 


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