D’Aprile: la contrazione delle scuole ricade su personale e alunni. Scelta poco lungimirante.

Logiche di finanza pubblica manovrano le scelte della scuola. In otto anni, dal 2024, si taglieranno oltre 500 scuole. Sicurezza, didattica, laboratori e servizi in crisi. 

Le riduzioni in atto sono parte di un pacchetto di misure previste in Finanziaria che andranno a tagliare in otto anni oltre 500 scuole: una perdita netta in termini di figure professionali amministrative e tecniche.

Scegliere di ridurre il numero di scuole piuttosto che ridurre il numero di alunni per classe è una logica non condivisibile e dimostra la poca lungimiranza del Ministero – queste le parole di Giuseppe D’Aprile durante il Consiglio regionale della Uil Scuola Rua Sicilia in corso questa mattina a Enna.

La scelta di misure congiunturali, invece che strutturali, non risolve le criticità derivanti dalla carenza di organico: a partire dalla sicurezza degli alunni alla gestione degli adempimenti di segreteria (sempre più articolati e complessi che vanno ben oltre i limiti stabiliti nel Contratto di Lavoro) come quella della piattaforma “Passweb” (portale INPS) e dei laboratori (spesso un assistente tecnico è responsabile di più punti informatici), dalla personalizzazione della didattica alla disabilità.

Una logica di contrazione e di risparmi che risponde soltanto a parametri di finanza pubblica mentre le risorse del Pnrr perdono progressivamente i loro obiettivi, compreso quello della digitalizzazione delle scuole. Bisogna completare il percorso avviato in fase pandemica – puntualizza D’Aprile – assegnando ad ogni istituto comprensivo un assistente tecnico di informatica (e non un tecnico su dieci scuole).

Una situazione ugualmente critica in tutto il Paese che in Sicilia – ha messo in evidenza il Segretario regionale Uil Scuola Rua Sicilia, Claudio Parasporo – si sovrappone ad una condizione di precarietà che dura da anni. Investimenti in sicurezza, in edilizia e nelle infrastrutture digitali sono i presupposti per dare stabilità al lavoro che si fa nelle scuole dell’isola.  Non è questione di Nord o Sud, è in gioco il concetto stesso di scuola, in termini di accesso, opportunità, programmi, mobilità e stipendi.

Fa specie il silenzio della politica siciliana a riguardo – ha detto Parasporo nel corso del Consiglio regionale – invitando tutte le menti libere e di buona volontà a fare quadrato e firmare la raccolta firme contro la regionalizzazione del sistema di istruzione nazionale.

Presenti al Consiglio la Segretaria regionale Uil Sicilia, Luisella Lionti e il Segretario nazionale Uil Scuola Rua, Paolo Pizzo.


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