Le rivendicazioni Uil per il 2025, D’Aprile: “Un contratto giusto, retribuzioni adeguate e stabilità”

La dichiarazione del Segretario generale rilasciata all’Adnkronos.

“Il 2025 sarà l’anno del rinnovo contrattuale 2022/24 che ci aspettiamo dia risposte organiche e adeguate a tutto il personale sia dal punto di vista economico che normativo anche in ottica di miglioramento di diversi istituti giuridici del precedente contratto non sottoscritto dalla Uil Scuola Rua. Serve uno stanziamento sostanziale per recuperare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione a partire dalla detassazione degli aumenti contrattuali e nello stesso tempo bisogna uniformare gli stipendi tra i vari ordini di scuola, a maggior ragione, con lo stesso titolo di studio. Stanziare risorse aggiuntive, rimarcare la specificità della comunità educante, rafforzare gli organi collegiali e le relazioni sindacali nonché tutelare la libertà di insegnamento, ponendo attenzione al dettato costituzionale, devono rappresentare i punti caratterizzanti del prossimo rinnovo contrattuale”.

Secondo D’Aprile, “appare non più rinviabile estrapolare la scuola dai vincoli di bilancio istituendo dei capitoli di spesa in cui far confluire le risorse destinate agli aumenti retributivi. Lavoreremo con determinazione affinché ciò avvenga. Gli stipendi del personale, tra i più bassi in Europa, devono essere adeguati per restituire dignità economica e sociale a chi ogni giorno fa funzionare le scuole. Ci aspettiamo risposte positive alle nostre rivendicazioni sul precariato”.

“Il reclutamento, così come strutturato, in dieci anni, lo ha raddoppiato. E’ ora di fermarsi e partire dalla consapevolezza che evidentemente si tratta di un sistema fallimentare che è necessario modificare per ridurre al minimo quella che rappresenta una vera piaga per la scuola, la precarietà – denuncia ancora il segretario di Uil Scuola – Assumere tutti gli idonei dei concorsi precedenti e in atto, trasformare tutti i posti dall’organico di fatto in organico di diritto diventa imprescindibile per poi stabilizzare i 230 mila precari che oggi reggono il sistema scuola con dedizione e professionalità”.

“Per il personale Ata, continuiamo a rivendicare la proroga dell’organico aggiuntivo PNRR, un piano straordinario di immissioni in ruolo e un ampliamento dell’organico che non può più essere calcolato sui vecchi parametri – dice D’Aprile – Ridurre il numero degli alunni per classe per una didattica di qualità dovrebbe rappresentare una delle priorità per il prossimo anno scolastico. E’ una delle raccomandazioni dell’Europa. Se da un lato apprendiamo che in finanziaria è stato, per quest’anno, accantonato il taglio dei posti Ata, dall’altro ricordiamo che il problema docenti resta aperto.

La Manovra prevede infatti una riduzione di 5.660 cattedre per il personale docente, una scelta che giudichiamo inaccettabile e in netto contrasto con le esigenze del sistema scolastico. Il calo delle nascite dovrebbe essere un’opportunità e non una penalizzazione. Si tratta di interventi necessari per garantire una istruzione di qualità e sostenere il lavoro di tutto il personale scolastico. Il futuro della nostra SCUOLA – e anche del nostro paese – passa attraverso la qualità del lavoro del personale che inevitabilmente ha bisogno di stabilità e di retribuzioni adeguate”.


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