Turi: concorso della discordia. Si può ancora evitare

Per il ministro è diventata una sfida personale. Serve atto di responsabilità utile alla scuola.

OGGI POMERIGGIO LA PROTESTA DEL MONDO DELLA SCUOLA IN CENTO PIAZZE – Tantissime persone hanno deciso di partecipare, oggi pomeriggio, alle iniziative di protesta organizzate a supporto dei precari della scuola. Arrivano mail preoccupate e immagini che non sono quelle della movida notturna ma dei precari in coda per le Gps – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

Le scuole sono in una situazione di difficoltà: questo è chiaro a tutti. C’è ampia condivisione anche tra le famiglie che vedono il quadro delle presenze in classe degli insegnanti, supplenti.

Il Governo sta chiedendo responsabilità a tutti i cittadini – osserva Turi. Ci aspetteremmo analoga responsabilità da parte del ministro dell’istruzione che appare più interessata a portare avanti una battaglia personale che guardare ad un interesse superiore.
Evidentemente ritiene che le due cose coincidano. Se provasse per una volta ad ascoltare chi la pensa diversamente, almeno le sorgerebbe il dubbio.

Un vasto schieramento di scienziati e forze politiche sta chiedendo, anche con atti formali, di ripensare la scelta del concorso straordinario targato Azzolina.
Per il ministro, invece, è diventata una vera e propria sfida nei confronti dei politici, di opposizione e di maggioranza, degli scienziati, dei sindacati e del buon senso.
Sarà come ha affermato di recente che fare il ministro dell’istruzione è il mestiere più bello del mondo è che ha realizzato un sogno. Non vorremmo – sottolinea Turi – che al sogno del ministro corrispondesse l’incubo dei docenti costretti ad uno stress non indifferente, ad andare in regioni diverse, rischiare di contagiare ed essere contagiati.

A chi giova questa presa di posizione? Alla scuola? Non pensiamo proprio.  Al merito e alla qualità? Non è una batteria di quesiti a decidere della qualità di nessuno. Dei precari? Sono in classe e resteranno in classe ad insegnare. Restano poi coloro che non lo potranno fare perché in quarantena o in malattia con sorveglianza attiva.

Questo sarà ricordato come un concorso inutile e dannoso. Un concorso della discordia.
L’effetto sarà quello di una demotivazione che ricadrà sul sistema.  Un pasticcio che si può ancora evitare.


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