Ancora una volta si decide di non decidere

Il decreto ministeriale pubblicato mercoledì scorso (il n. 506 pubblicato il 20 giugno)  dispone le operazioni della scioglimento della riserva e l’aggiornamento per coloro che:

  • sono già inseriti nelle graduatorie ad esaurimento in attesa del conseguimento del titolo abilitante;
  • sono inclusi negli elenchi del sostegno che, pur presenti nelle GAE, hanno conseguito il titolo di specializzazione;
  • hanno acquisito i requisiti per beneficiare della riserva dei posti.

Come era prevedibile, il decreto, non consente la possibilità di nuovi inserimenti in graduatoria. Per cui anche coloro i quali sono in possesso del diploma magistrale conseguito prima dell’a.s. 2001/2002, non possono inserirsi.

L’atto dovuto del Ministero non incide nella vertenza in atto dei diplomati magistrali che tuttavia saranno costretti ad impugnare tale decreto. Ciò contribuisce ad aggravare e a rendere ancora più incerta la situazione di migliaia di docenti – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

Ci saremmo aspettati un diverso approccio da parte del nuovo Governo – aggiunge Turi –  che, invece di risolvere definitivamente la questione, ha deciso ancora una volta di “non decidere”, diramando un nuovo decreto con cui nulla prevede per i diplomati magistrali.

La questione, secondo la Uil Scuola, non può essere risolta attraverso atti giurisdizionali bensì con un provvedimento di legge urgente che abbiamo già rivendicato da tempo anche con indicazioni di merito.

Un atto tardivo induce l’intasamento  delle aule di Giustizia amministrativa ed il perpetrarsi della assoluta incertezza sul futuro dei docenti coinvolti.

Questo sindacato, ben consapevole delle difficoltà, continuerà a sostenere la battaglia dei diplomati magistrali in ogni sede sia legislativa che giudiziale, essendo convinto della gravità della situazione, rispetto alla quale non è più possibile accettare rinvii ed incertezze.

Sosterremo, presso il Governo – continua Turi – la necessità  di emanare un decreto legge e, contestualmente, in sede giudiziale un ricorso “cautelativo” per tutti coloro che hanno un ricorso pendente innanzi al Giudice Amministrativo.


Condividi questo articolo: