Cronoprogramma degli interventi, tavolo unico per le decisioni, risorse e personale: le tre priorità per riaprire le scuole a settembre
Burocrazia e politica i due pericoli maggiori.
Senza indicazioni chiare siamo al fai-da-te delle scuole
> INCONTRO Comitato Tecnico Scientifico-sindacati scuola
Sintesi dell’intervento di Pino Turi nella riunione presso la sede della Protezione civile di Roma
Aprire le scuole in sicurezza: è l’obiettivo prioritario.
Le strutture vanno adeguate, è questa la prima cosa da capire.
Invece di perdere tempo, a luglio e agosto dovremmo vedere gli operai al lavoro.
Invece non vediamo nulla. Troppi tavoli e poche decisioni. I tavoli regionali servono solo per avere un consenso politico e per fare uno storytelling di ciò che non è, di quello che non c’è. Tra quello che si racconta e la realtà c’è un divario enorme.
Quella a distanza è stata una didattica di emergenza. Ha mostrato i suoi limiti, e ampliato le disuguaglianza. Non ci possiamo permettere che la scuola cambi pelle. Deve restare quella che è, basata sui principi dettati dalla Costituzione.
Ci vogliono responsabilità politiche. Serve un tavolo politico che guardi al personale.
E’ il personale che farà funzionare le scuola, non altro. Non bastano le circolari o la bella idea.
Dobbiamo attivare un protocollo che non c’è. Le certezze vengono dal Comitato tecnico scientifico, il resto non c’è. Come si risponde ai problemi concreti?
Le aule sono insufficienti? Non c’è bisogno dell’assessore, c’è bisogno dell’ingegnere, del geometra che chiami la ditta per dimensionare le aule.
Vogliamo parlare dei bagni? Vanno attivati su ogni piano, resi idonei per una situazione di sicurezza.
C’è bisogna di una revisione immediata delle strutture scolastiche.
Settembre è alle porte. Una volta riaperte è impossibile lavorarci dentro.
Bisogna mettere a punto un cronoprogramma e fare le cose, non dire chi le deve fare
Luglio e agosto per attività edilizie immediate: aule, banchi…
Settembre serve per organizzare la scuola.
I ragazzi non vanno il primo settembre. Se vanno per fare i recuperi la scuola deve essere pronta.
Prima di aprire ci vuole il personale nelle sedi. Dobbiamo essere seri.
Il Covid ci ha messo davanti ai problemi, che c’erano già prima.
Dobbiamo evitare di fare gli errori del passato.
Il personale precario che avrebbe bisogno di essere motivato e che invece viene trattato come numero, in questo progetto di riapertura non c’è. C’è piuttosto il più alto numero di posti vacanti registrato.
Una situazione drammatica. Almeno per le prime classi possiamo fare un organico covid-free?
Siamo in uno spread quotidiano: il racconto della politica e la realtà quotidiana.
Prendiamo atto di quello che ha detto il Comitato Tecnico scientifico. Vogliamo fare un protocollo affinché venga rispettato. E questo non si può fare con i tavoli regionali. Si deve fare a livello nazionale con le organizzazioni sindacali. Bisogna assumersi le responsabilità
Le elezioni regionali sono un pericolo enorme. Ogni regione vorrà fare i tamponi, vorrà dimensionare le scuole, vorrà fare campagna elettorale. E questo la scuola non se lo può permettere.
Serve un commissario che decide, non mille tavoli che non decidono niente.
Va definito un cronoprogramma degli interventi
Servono presidi sanitari nelle scuole, per fare prevenzione, profilassi.
Il Mes è stato predisposto per le spese sanitarie dirette e indirette. Utilizziamolo.
Servono tutte le risorse disponibili subito. Se la politica non trova accordo sul Mes, si cerchino sul mercato.
Senza risorse non si riaprono le scuole.
I due pericoli: la politica e la burocrazia.
Il sindacato non si sottrae dalle responsabilità ma non è visto più come corpo intermedio con cui interloquire, individuare soluzioni, perché la politica vuole modificare anche la scienza.
Tutti progettano, indicano, spiegano poi chi dovrà agire, prendersi la responsabilità è il personale della scuola dai dirigenti ai collaboratori scolastici. Ma le cose vanno messe nel gusto ordine.
Adesso gli studenti non ci sono. A settembre si comincerà a parlare di programmazione educativa.
Se non ci saranno gli insegnanti con chi li faranno i recuperi gli studenti. Con chi?
E’ urgente che le scuole siano dimensionate al meglio. C’è questo cruscotto? Usatelo.
Perché, invece, le direzioni regionali mandano i questionari ai dirigenti?
Se hanno il cruscotto, allora le risposte già le conoscono.
Se mettiamo insieme burocrazia e politica le scuole a settembre non si aprono.
La scena è già vista: il ministero fa una bella circolare che arriva alle Direzioni Regionali, che a loro volta fano un’altra circolare, vanno dal dirigente che fa un’altra circolare. Ci sono scuola con una media annuale di trecento circolari.
Si deve parlare e decidere. Le scuole si stanno organizzando da sole, prendendo decisioni sbagliate.
E’ il caso dell’acquisto delle mascherine: le hanno prenotate, comprate, con i bilanci delle scuole mentre saranno a carico della Protezione civile che ha già detto che le comprerà.
Stanno coinvolgendo genitori, alunni, per misurare, spostare, organizzare. Non è questa l’autonomia scolastica. Questo è un andare in ordine sparso.
Questo sindacato vuole uscire dalla propaganda. Vogliamo dire la verità, essere un punto di riferimento serio e credibile. Dobbiamo uscire dalla burocrazia delle carte. Abbiamo bisogno di alleanze per la scuola e un piano di rientro fattibile, sicuro e chiaro. La politica vuole piegare, modificare le ragioni della scienza.