La confusione in atto non si risolve con ‘il-fai-da-te’
Alla presenza della Dott.ssa Boda ,dei rappresentanti del Ministero della salute, delle associazioni delle famiglie e al dott Alberto Villani , pediatra e componente CTS , si è svolto il 20 novembre il 4° incontro sulla sicurezza, finalizzato a gestire e risolvere le criticità che emergono dalla gestione delle scuole durante questa emergenza epidemiologica.
La UIL Scuola con Pino Turi, Giuseppe D’Aprile e Rosa Cirillo, ha sottolineato il permanere di alcune criticità che ha già più volte rappresentato.
In sintonia con i rappresentati delle famiglie che hanno denunciato confusione e disorientamento, abbiamo ribadito ancora una volta che l’obiettivo della UIL Scuola è quello di aprire le scuole in presenza e sicurezza e che la didattica a distanza fortemente criticata dei rappresentati delle famiglie, non è la soluzione se non per l’emergenza che va superata con una programmazione e con misure che facciano ciò che non è stato ancora fatto, a partire dalla necessità che presso le scuole vengano organizzati dei presidi sanitari e sistemi di tracciamento che dimostrino la sicurezza delle scuole rispetto alla pandemia.
Il dott. Villani, recuperando il discorso, ha annunciato che nell’ambito del CTS c’è una riflessione in atto che guarda alla medicina scolastica come ad un obiettivo importante.
Lo stessa organizzazione del servizio mensa va rivista nell’intento di mantenere il distanziamento necessario.
La Uil ha fatto rilevare che nonostante tutti i tavoli di collaborazione a livello nazionale e regionale , permangono idee confuse sulla interpretazioni dei protocolli di sicurezza che chiediamo siano rigorosamente applicati : una sorta di fai da te , in un momento in cui si ammalano migliaia di persone,
non è ammissibile. Non bisogna dare spazio ad azioni “creative” anche se tese a sopperire alla mancanza di personale.
Il rientro in classe sia degli alunni che dei docenti ,dopo aver esplicata la prescritta quarantena o dopo contagio, deve essere sempre certificato.
Serve sempre una certificazione di riammissione in classe o al lavoro. E’ una misura preventiva di cui non si può fare a meno se si vuole bloccare , anche in questo modo, la diffusione del contagio. Invece, in alcune situazioni si scarica sui lavoratori la scelta ,che è di vigilanza sanitaria, se presentarsi al
lavoro oppure no.
Tutto basato su una sorta di autodiagnosi di immunità, per aver svolto scrupolosamente le azioni di prevenzione stabilite.
Al fine di poter uscire dalla didattica a distanza bisogna già, strategicamente, pianificare l’organizzazione funzionale della scuola per il prossimo anno scolastico, che ci vedrà comunque ancora impegnati nella
lotta al contagio anche se una porzione della popolazione sarà stata vaccinata.
Trovare soluzioni oggi già per il prossimo anno scolastico visto che i tempi di soluzione di questa pandemia si prospettano molto lunghi, è elemento cruciale per evitare che gli effetti negativi della pandemia ricadano anche sul prossimo anno scolastico.
Nella circostanza di una situazione emergenziale perdurante la scuola deve poter contare su organici al completo sia di personale docente che di personale Ata con categorica previsione di un rafforzamento di un organico aggiuntivo pronto a sostituire gli assenti al fine di non far venire meno il diritto allo studio degli studenti. Avere tutti i docenti in cattedra con la possibilità di sostituirli immediatamente nel caso di assenza è la prima soluzione da trovare.