MOBILITA’: LA SCHEDA DI DETTAGLIO

Il 27 gennaio 2022 è stato sottoscritto dal Ministero e da una sola sigla sindacale il Contratto
Collettivo Nazionale Integrativo concernente la mobilità del personale docente, educativo ed A.T.A.
per gli anni scolastici relativi al triennio 2022/23, 2023/24, 2024/25.

La UIL Scuola non ha sottoscritto il Contratto perché è assolutamente inaccettabile, sia nel metodo
che nel merito: nel merito non risolve il problema dei vincoli, lasciandoli anche per il futuro; nel
metodo non riconosce la piana agibilità sindacale e la conseguente dignità negoziale ne esce
indebolita ed apre un’ipoteca negativa sulla contrattazione futura.

Il nuovo Contratto, per la UIL Scuola, non risponde innanzitutto a quelle che sono le regole per cui
una contrattazione possa definirsi tale:

  • la trattativa è stata avviata ed è proseguita nel corso di una fase di forte conflitto con le Organizzazioni Sindacali di Comparto e Confederali, poi, sfociata negli scioperi del 10 e 16 dicembre;

  • non ha registrato il massimo della convergenza sindacale, quella che la legge assegna ai vari soggetti sindacali in termini di rappresentatività perché abbia effetti erga omnes;

  • non agisce su un piano di sostanziale parità con regole e strumenti che ne consentano di trovare l’equilibrio tra diritti e doveri, oggetto della regola contrattuale che è cogente per tutti.

  • si è conclusa con un Contratto peggiorativo, in termini di diritti del personale, di quello precedente.

Non ultimo, ciò che è stato sottoscritto è frutto di un’interpretazione legislativa in un atto
amministrativo, piuttosto che in uno negoziale in cui si dovrebbe capire quali sono i diritti e quali
sono gli obblighi, che restano per alcuni mentre sono modificati per altri.

La UIL Scuola ha sempre perseguito l’obiettivo, attraverso la contrattazione, di migliorare le
condizioni di tutti i lavoratori, mentre, in questo caso, quelli colpiti da un peggioramento sono più
numerosi di coloro che riescono a trarne un vantaggio.

In sostanza, il testo non supera la incomprensibile logica dei “blocchi”, sia per i docenti che per i
DSGA, anzi la accentua: l’attenuazione dei vincoli di permanenza valida per un solo anno crea una
disparità tra tutti i docenti interessati ma assunti in anni scolastici diversi, per cui per qualcuno il
vincolo si esaurirebbe già da questo anno scolastico, per altri invece permarrebbe anche per gli anni
scolastici successivi.

Rimane inoltre l’anomala estensione del vincolo triennale per tutti i docenti già di ruolo che
presentano e ottengono una qualsiasi sede che abbiano richiesto.
Siamo ben consci che le responsabilità sono addebitabili a leggi farraginose e fatte male, frutto di
azioni parlamentari senza strategie, caratterizzate da scontri ideologici a cui il ministero non si può
chiamare fuori rispetto a tali legislazioni deleterie e che, ora, per superare contraddizioni palesi, ci si
limita ad operazioni di facciata senza affrontare il nodo fondamentale dei vincoli che rimangono e
creeranno ulteriori guasti futuri.

Noi riteniamo che la negoziazione (la cronologia nei nostri link) debba continuare e per questo abbiamo già scritto al Ministro a cui abbiamo rammentato la grande responsabilità che si sta assumendo nello spaccare il fronte sindacale, in un momento in cui ci sarebbe bisogno di grade unità.

Affrontare il superamento della pandemia, il nodo delle riforme legate al PNRR in connessione al
rinnovo del Contratto nazionale, meriterebbe ben altri comportamenti e decisioni che sono tutte in capo all’azione di Governo che sulla scuola si gioca un ruolo importante.
Per questo siamo preoccupati e continueremo la nostra azione politica di pressione per continuare la trattativa e rimettere le relazioni sindacali nei binari della coesione e condivisione.

Nella scheda di dettaglio vi illustriamo i casi di difficile interpretazione e senza ulteriori commenti che possano consentire, a chi ne ha interesse, di farsi un’idea precisa di quello che noi abbiamo definito un NON CONTRATTO.


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