Più investimenti per arginare la povertà educativa
Alla presenza della Dott.ssa Boda, del Ministero della Salute, del presidente del tribunale dei minori di Catania dott. Roberto Di Bella, del prefetto Filippo Dispenza e di Cesare Moreno, delle associazioni delle famiglie, si è svolto il 4 dicembre un incontro sulla povertà educativa.
La UIL Scuola con Giuseppe D’Aprile e Rosa Cirillo, ha sottolineato il permanere di alcune criticità tra l’altro già più volte rappresentate in altre occasioni di incontri.
La deprivazione economica si trasforma in marginalità sociale e quindi educativa.
Sappiamo tutti che la povertà è un fenomeno multidimensionale che non può essere ridotto alla sua componente strettamente economica. L’idea che ogni essere umano abbia diritto a godere dei livelli essenziali di un insieme di beni primari necessari al suo sviluppo personale e alla sua inclusione sociale ha consentito di porre un argine alle disuguaglianze economiche.
Ogni essere umano ha diritto a livelli di riuscita formativa tali da permettere la sua piena realizzazione personale e inclusione sociale come opportunità di realizzare i propri progetti di vita.
Oggi più che mai è necessaria una scuola in presenza e in sicurezza.
Servono allora tamponi non solo agli alunni fragili ma soprattutto al nucleo familiare di riferimento.
Servono tracciamenti puntuali a carico dei Dipartimenti di Prevenzione in modo che possano poi intervenire anche in quelle realtà abitative di alunni in difficoltà.
Nel periodo di didattica emergenziale se il fiore all’occhiello del Ministero dell’Istruzione è l’aver fornito i device in comodato d’uso gratuito è, allo stesso tempo, del tutto evidente che il divario digitale rappresenta una dimensione della povertà educativa che necessariamente dovrà essere colmato per ricomporre le disuguaglianze educative e sociali preesistenti.
In un paese che si proietta verso il digitale dovrebbe garantire alle famiglie in difficoltà, attraverso interventi economici mirati ed efficaci, la possibilità di accesso a internet che dovrà necessariamente passare anche attraverso interventi infrastrutturali.
Più investimenti, più personale alla sanità, più personale alle scuole per garantire la continuità nei patti di fiducia che si costruisce tra l’alunno e la scuola: per fare questo c’è bisogno di maggiore riconoscimento alla centralità della scuola statale e alla funzione docente.
Nella circostanza di una situazione emergenziale perdurante la scuola deve poter contare su organici stabili partendo dalle reali esigenze di funzionalità delle singole scuole, eliminando gli sprechi dove ci sono e dando risposte positive alle situazioni di criticità.
Una scuola da sostenere che è parte integrante del paese, sede di pluralismo sociale e culturale che riguarda le famiglie, diverse per provenienza, grado sociale, riguarda gli studenti e, naturalmente, anche il personale.