Turi: nessuna nostalgia per il passato. Si guardi al futuro con gli antichi valori.

La scuola fuori dalle logiche di mercato e da quelle di consenso politico

Non torniamo alla Legge 107 e non basiamo la scuola su regole di mercato e efficientismo: sono queste le parole d’ordine dell’Esecutivo della Uil Scuola in corso a Otranto per definire la linea sindacale dopo il cambio di Governo.

Raccattare il consenso è diverso da svolgere una funzione  – ha detto Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola, rivolgendosi ai quadri sindacali giunti da tutta Italia.

Centrale la questione ‘identità’: vanno fatte delle scelte – ha messo in chiaro il segretario generale – vanno spiegate bene, bisogna parlare con le persone. Vanno definiti valori e principi che vogliamo seguire e su quelli costruire il consenso. Non seguire il consenso senza valori. Se intendiamo fare una battaglia culturale, quella della scuola statale, nazionale, basata sul dettato costituzionale, dobbiamo essere seri e credibili.

La posizione nei confronti di questo Esecutivo – ha aggiunto – è per noi bene chiara, è quella che avremmo nei confronti di qualsiasi Governo, di confronto di merito. La preoccupazione riguarda invece i nostalgici della Legge sulla Buona scuola. Il Pd continua a ripetere che la legge non è stata spiegata bene – sottolinea Turi – mentre è stata capita benissimo ed è per questo che siamo contrari, sarebbe una mutazione genetica della scuola di questo paese.
Non intendiamo in nessun modo tornare indietro.

Parleremo con questo ministro, con questa maggioranza portando avanti i nostri valori.
La situazione dei precari resta in cima alle priorità.

Se politicamente l’accordo di aprile è superato – chiarisce Turi – i temi dell’accordo restano tutti in piedi.
Resta rilevante la questione del riconoscimento della funzione docente e per raggiungere tale risultato– spiega – non abbiamo preconcetti, neanche sulle merendine.

Domani secondo appuntamento con l’assemblea delle RSU.


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