Dopo la fiducia di misura alle Camere il Governo apra al confronto con le parti sociali
Turi: sulla scuola serve cambio di direzione invece di scelte già sconfitte dalla realtà.
Il ministro non trova di meglio che annunciare concorsi: sistema che ha mostrato tutti i suoi limiti. Serve un nuovo reclutamento e un piano per la scuola che guardi al lavoro delle persone.
Mentre in Parlamento si confrontano e si scontrano le forze politiche per governare il paese, i problemi del mondo reale attendono soluzioni e quelli del sistema scolastico, fuori da ogni retorica, non hanno trovato grande spazio nel dibattito parlamentare.
La scuola è stata appena citata dal Premier nel discorso alle Camere per chiedere la fiducia per continuare a governare.
Apprendiamo invece, attoniti – osserva il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – dell’annuncio del ministro della ripresa del concorso straordinario. In cantiere ci sono anche concorsi per docenti di sostegno e il concorso per reclutare DSGA e ancora un concorso per la progressione di carriera che tiene fuori i DSGA facenti funzione. All’elenco si aggiunge il concorso ordinario dei docenti che non è ancora partito. In tutto questo si dimentica che al concorso straordinario sono in tanti a non aver potuto partecipare per Covid. Un concorsificio fatto di annunci senza obiettivi pratici.
Quale finalità di vuole raggiungere in questo modo? Si può relegare al sistema dei concorsi, che ha palesemente mostrato tutti i limiti, la soluzione alle questioni aperte, e peggiorate in questi mesi, in termini di continuità, di mancanza di personale in servizio.
Esiste un gap tra domanda ed offerta che deve fare riflettere.
Grande attenzione va prestata alla rincorsa affannosa da parte delle singole scuole nella ricerca di lavoratori disponibili ad accettare supplenze per coprire i vuoti di organico. Siamo a questo e nessuna riflessione politicamente adeguata viene fatta. Tutto à la carte.
In questa situazione i lavoratori Covid, chiamati in emergenza, sono ancora senza stipendio.
Una dura realtà che indica il fallimento del sistema di dei concorsi messo in piedi. Una confusione che dovrebbe indurre il governo e il ministro ad aprire un tavolo sul reclutamento.
Non superiamo la situazione attuale, quella degli oltre 200mila insegnanti con contratti precari, con questo sistema – commenta Turi – servono investimenti sull’ampliamento e sulla stabilizzazione degli organici che noi vorremmo pluriennali.
Bisogna evitare la confusione che abbiamo notato anche nell’ultima riunione al ministero, tra progressione di carriera, concorsi ordinari, riservati e chiamate veloci, senza una previsione di prospettiva. Un caso – tra i tanti che dobbiamo registrare, sottolinea Turi- è quello dei direttori dei servizi amministrativi (DSGA) facenti funzione, i lavoratori che hanno mantenuto in decenni la funzionalità delle segreterie, dimostrando capacità e competenze, ignorati ancora una volta anche in presenza di norme di legge che prevedevano la loro stabilizzazione. A ricordare la loro situazione ad un governo dalla memoria breve, l’ex ministro Fioramonti che pure aveva sottoscritto con noi un apposito accordo
Una convocazione appare non più rinviabile – aggiunge Turi. Abbiamo inviato una richiesta unitaria urgente per trovare una via capace di dare al sistema scolastico stabilità e prospettive di sviluppo, anche alla luce del piano di investimenti del Recovery Fund.
Ci auguriamo che il dibattito in atto alle Camere sia il passo propedeutico ad un ampio dibattito sulla scuola, per darle sicurezza e stabilità, per riconoscerle rango costituzionale e autonomia di programmazione.