Verso una fase costituente per la scuola
Il ministro, questa mattina, ha convocato le Confederazioni sindacali per proporre un patto sull’istruzione e sulla formazione con l’obiettivo di mettere al centro del dibattito i temi della scuola, per superare l’emergenza e per dare uno sbocco nuovo in termini di politica di investimenti e di valorizzazione del personale, partendo dalla funzione docente.
Una fase che il ministro ha definito costituente.
Per la UIL erano presenti Il Segretario Generale PierPaolo Bombardieri e Pino Turi per la Uil scuola.
La scuola e la formazione intesa in senso ampio rappresentano la leva dello sviluppo economico e sociale del paese. Un concetto molto condivisibile ed ormai maturo nella considerazione generale e nella politica che il ministro intende enfatizzare oltre l’attuale situazione emergenziale che molto ha fatto parlare di scuola.
Un patto può servire nella misura in cui si definiscono e si condividono gli obiettivi-immediati e mediati – di intervento – è quanto ha asserito il segretario Generale della UIL, PierPaolo Bombardieri, rappresentando la posizione della UIL.
L’emergenza attuale impone scelte rapide per mettere in sicurezza il sistema che deve scontare le scelte del precedente governo. Il sistema deve essere quello pubblico di intervento. E’ dello Stato la responsabilità di garantire i diritti universali come l’istruzione.
Serve ridare ruolo e dignità alla scuola costituzionale di questo paese, per ritornare a superare gli squilibri le ingiustizie e l’intollerabile aumento delle disuguaglianze, accentuate dalle politiche di contenimento della spesa di tipo neo liberista che hanno agito negativamente, sull’asse geografico Nord-Sud e su quello sociale di genere e di ceto.
Non sono più tollerabili le disuguaglianze che registriamo nel nostro paese, tra dispersione scolastica ed abbandoni, ancora fanalino di coda in termini di laureati e diplomati nell’ambito dei paesi UE.
Divari che vanno rapidamente superati con una politica di investimenti che deve avere un quadro di riferimento complessivo ed organico. Il piano di investimenti legato al PNRR deve essere basato su prospettiva e condivisione, a partire dall’emergenza, anche per superare gli effetti attuali delle le scelte del precedente governo.
Mettere in sicurezza il sistema significa operare per mettere al loro posto (stabile) tutti i precari già dal primo settembre. Serve una soluzione definitiva di quella che è una vera e propria piaga, perché è precario un quarto di tutto il personale in servizio. Una soluzione evocata anche dal Premier al suo insediamento. Sono questi i temi a cui vanno date risposte, così come meritano risposte i temi contrattuali che l’accordo sul lavoro pubblico ha attivato.
A parere della UIL il metodo di lavoro è importante quanto il merito delle decisioni.
Certo si possono approfondire le diverse questioni in tavoli tematici, a cui non ci sottraiamo. Ma scegliere come via operativa di confronto quella dei tavoli rappresenta una metodica che tradizionalmente ha fatto allungare i tempi e i modi delle decisioni. E a nostro parere siamo già in ritardo. Servono percorsi snelli e veloci e diamo atto al ministro di un cambio di verso nei confronti del dialogo con i sindacati che riprede, dopo anni di disintermediazione che hanno aggravato e non risolto i problemi, che oggi in un rinnovato impegno, si possono definire.
Al termine dell’incontro i segretari generali confederali e di categoria, PierPaolo Bombardieri e Pino Turi, hanno rilasciato alla stampa la seguente dichiarazione:
DICHIARAZIONE DI PIERPAOLO BOMBARDIERI, SEGRETARIO GENERALE UIL E DI PINO TURI SEGRETARIO GENERALE UIL SCUOLA
Finalmente si cambia verso. Con l’incontro svoltosi, questa mattina, con il Ministro dell’Istruzione, riparte il confronto con le Parti Sociali che, in passato, era mancato.
Chiediamo risposte e impegni per il futuro. Sulla scia del Patto firmato con il Ministro Brunetta pensiamo sia opportuno arrivare a un accordo di programma di carattere generale che identifichi gli obiettivi di medio e lungo periodo.
La scuola può aiutare a superare le distanze sociali, geografiche e di genere. Ecco perché bisogna, innanzitutto, valorizzare la scuola pubblica e raccordare la crescita culturale, la formazione tecnica e professionale con quella del Paese, sapendo che c’è un tempo per l’emergenza e un tempo per il futuro.
Se raffrontiamo le scuole italiane con quelle degli altri Paesi, emerge che non siamo riusciti a raggiungere neanche uno degli obiettivi che il precedente Governo si era posto: non ci sono strutture in più né classi con meno ragazzi e non sono stati risolti i problemi dei docenti e dei precari.
Noi siamo per riaprire le scuole dal primo settembre, affrontando subito le questioni aperte. E poi c’è un tempo per il futuro, per valorizzare la scuola e potenziare le possibilità di crescita. L’investimento strutturale più importante è quello sulle persone.
Proponiamo, dunque, di definire un documento di carattere generale che identifichi gli obiettivi di medio e lungo periodo. Servono scelte coerenti che non dipendono solo da questo Ministero: parliamo di infrastrutture, di investimenti e di politica sanitaria.
Siamo pronti a stabilire un percorso che rilanci la scuola e la formazione.
Roma, 16 marzo 2021