Turi: “Lo Stato non deve chiedere più nulla alla scuola ma risarcirla. Non molliamo di un centimetro”

“Gli emendamenti non modificheranno l’impostazione anticostituzionale del Decreto Reclutamento. La nostra protesta continua, non siamo disposti a cedere di un centimetro, col Governo non è più il tempo dei patti, è il momento dei contratti”. Così il Segretario generale Uil Scuola Pino Turi durante il suo intervento al presidio unitario di Roma del 22 giugno.

“Questa riforma è inaccettabile e non risolve nulla – osserva -. Il 25% del nostro personale, sia docente sia Ata, è precario, non abbiamo più DSGA in grado di far funzionare le scuole. Il nostro settore è sfruttato fino al midollo e in questi anni durissimi di emergenza non ha ricevuto neanche un grazie. È una situazione inaccettabile che deve essere contrastata in ogni modo”.

Sul contratto scuola Turi si chiede: “Vogliamo continuare a firmarne uno ogni sei anni? I nostri docenti continuano a sobbarcarsi di obblighi senza poter godere dei diritti – sottolinea – lo Stato non deve più chiedere loro nulla, deve semplicemente risarcirli”.

Il Segretario generale Uil Scuola si è soffermato sul tema della formazione: “Pensare di trasformare la scuola in un ufficio di collocamento è qualcosa di inaudito – dice -. I nostri docenti sono già ampiamente formati. Una scuola di alta formazione può andare bene per tecnici e burocrati ma non per la funzione docente che deve essere libera e scevra da ogni condizionamento”.

Per Turi è necessario proseguire la mobilitazione senza sosta: “La parola chiave è resistere. Dobbiamo continuare a lottare, non accetteremo mai lo stravolgimento della scuola della Costituzione”.


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