Nostre scelte sono sul merito delle questioni, non su polemiche pretestuose

Il rifiuto dell’amministrazione avrà ripercussioni negative su migliaia di persone. Mai così basso il livello delle relazioni sindacali.

La vicenda ha inizio nei giorni 4 e 5 marzo dopo che l’amministrazione ha convocato un tavolo di contrattazione sulla mobilita’. Argomento: personale ATA con particolare riferimento agli ex LSU.

In quei giorni abbiamo scoperto, cosa anomala, che esistono due contratti della mobilità, uno per i docenti e uno per il personale ATA.

Noi della Uil siamo sempre stati convinti che il contratto è unico mentre l’amministrazione di fatto ha operato come se fossero distinti.

La UIL ha fortemente contestato questa modalità di convocazione rifiutandosi di discutere problematiche relative al solo personale ATA.

Come prevede il comma 4 dell’art. 1 del CCNI integrativo sulla mobilità, nonostante il contratto sia triennale, anche su richiesta di un solo soggetto firmatario può essere riaperto.

La UIL chiedeva semplicemente questo: l’applicazione del contratto, la riapertura su tutta la materia della mobilità, docenti e ATA.

A seguito della chiusura totale dell’amministrazione rispetto a richieste legittime la UIL Scuola, a prescindere dai contenuti, non ha sottoscritto l’accordo.

Il problema non era tecnico ma politico. Così si è alterato il contratto sottoscritto anche dall’amministrazione.

Per noi la riapertura del confronto sarebbe stata utile per risolvere tre problemi importanti:

  • il blocco quinquennale alla mobilità dei docenti vincitori di concorso riservato (ammissione all’ultimo anno del FIT) del 2018 le cui graduatorie sono state pubblicate dopo il 31 dicembre 2019;
  • Problematiche relative all’assegnazione della sede e alla mobilità degli ex LSU assunti a tempo indeterminato come collaboratori scolastici;
  • L’utilizzo flessibile dei posti resisi disponibili per i pensionamenti di “quota 100” e non messi a disposizione della precedente mobilità, al fine di evitare disparità di trattamento tra che legittimamente ha diritto all’assunzione in ruolo e chi poteva aspirare a quei posti già nella mobilità dello scorso anno.

Non essendoci state risposte la UIL ha denunciato in modo puntuale le illegittimità di tali scelte che, a nostro avviso, presentano profili di incostituzionalità, denunciando l’amministrazione per attività antisindacale.

Oggi la UIL fa una scelta di concretezza: con un atto di responsabilità lascia cadere la procedura giudiziaria per comportamento antisindacale, azione che oggi avrebbe solo una funzione politica mediatica esterna ma non rappresenterebbe più un vantaggio concreto per i lavoratori.

La nostra posizione oramai è agli antipodi rispetto a quella dell’amministrazione, non ci sono mediazioni possibili.

Sarebbe importante, come in passato, riattivare tavoli di contrattazione e di confronto che potrebbero dare soluzioni che oggi non vediamo all’orizzonte.

Con molto dispiacere dobbiamo constatare che mai come in questo momento le relazioni sindacali sono così vicine allo zero.

Questa sicuramente non è una buona notizia per il personale della scuola tutto, docenti e ATA.

Ma il tempo il più delle volte è galantuomo. Si tratta di una prima puntata cui seguirà la seconda:ritorneremo a rivendicare l’apertura del CCNI sulla mobilità che abbiamo parzialmente attutito con la possibilità, vietata dalla legge, di presentare istanze per assegnazione provvisoria.

Abbiamo chiari gli obiettivi e, come nostro costume, cercheremo di realizzarli, nei tempi e nei modi possibili, anche sulla base di mobilitazioni sindacali più fluide ed incisive, impedite dalla particolare situazione che la pandemia ha determinato.


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