Nella lettera, indirizzata anche ai presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, gli esperti si dicono “preoccupati” per le intese sul regionalismo differenziato. E ricordano che si deve passare attraverso leggi dello Stato, non bastano mere intese tra il Governo e le singole Regioni ROMA – Costituzionalisti in allarme sull’autonomia regionale, uno dei temi di contrasto all’interno del governo gialloverde. In un appello al Capo dello Stato e ai presidenti di Camera e Senato, trenta costituzionalisti si dicono “fortemente preoccupati per le modalità di attuazione finora seguite nelle intese sul regionalismo differenziato e per il rischio di marginalizzazione del ruolo del Parlamento, luogo di tutela degli interessi nazionali”. E chiedono che sia garantito “il ruolo del Parlamento, anche rispetto alle esigenze sottese a uno sviluppo equilibrato e solidale del regionalismo italiano, a garanzia dell’unità del Paese”. Il documento, predisposto dal professor Andrea Patroni Griffi, docente dell’Università della Campania ‘Luigi Vanvitelli’,…
Continua a leggere…”Le Regioni differenziate spezzerebbero la spina dorsale del paese dalla materna agli Atenei. Con quali effetti? “…
Continua a leggere(…) La sentenza appena commentata assume un’importanza storica nell’affrontare i limiti dei metodi d’indagine utilizzati dall’Autorità Giudiziaria in ambito scolastico (vedi introduzione). Forse qualcosa sta cominciando a muoversi se gli stessi giudici riconoscono le peculiarità del mondo scolastico a loro essenzialmente sconosciuto. Questa nuova sensibilità giuridica non costituisce un’eccezione, ma un corretto orientamento già intrapreso dai giudici del Tribunale del Riesame di Quartu (2017) che hanno recentemente accolto il ricorso di una maestra indagata per maltrattamenti perché: i singoli episodi non possono essere “smembrati” per ricavare dall’esame di ciascuno di essi la sufficiente gravità indiziaria; gli episodi acquistano una diversa valenza se avulsi dal contesto di un’intera giornata di lezione della durata di 5 ore in un contesto quotidiano e mensile le condotte…
Continua a leggere«Si ha a che fare con un apparato stupidocratico quando si è in presenza di un apparato fondato quasi esclusivamente non solo sulla burocratizzazione, ma sulla buro-informatizzazione. In questa situazione viene completamente persa la centralità della didattica, che è l’unica vera ragione per cui la scuola vive. Nella situazione stupidocratica prevalgono su tutto linee così rigide da essere incapaci di sostenere intelligenza critica e flessibilità a quelli che sono i valori della vita reale, che io chiamo mondo della vita. Quando si parla di “buonsenso”, in realtà si sta facendo riferimento non a un generico e dozzinale senso dell’approssimazione, ma a quello che dovrebbe essere più rigorosamente chiamato “il senso buono”, cioè il senso della prevalenza e della centralità del mondo della vita umana – comunitaria e personale – su tutte le regole che non sono capaci di capire e prevedere il nuovo, che – ancora una volta -…
Continua a leggereCare concittadine e cari concittadini, siamo nel tempo dei social, in cui molti vivono connessi in rete e comunicano di continuo ciò che pensano e anche quel che fanno nella vita quotidiana. Tempi e abitudini cambiano ma questo appuntamento – nato decenni fa con il primo Presidente, Luigi Einaudi – non è un rito formale. Mi assegna il compito di rivolgere, a tutti voi, gli auguri per il nuovo anno: è un appuntamento tradizionale, sempre attuale e, per me, graditissimo. Permette di formulare, certo non un bilancio, ma qualche considerazione sull’anno trascorso. Mi consente di trasmettere quel che ho sentito e ricevuto in molte occasioni nel corso dell’anno da parte di tanti nostri concittadini,…
Continua a leggere«Ma questa autonomia, scusi, non sarà un regalo al Nord? Ma no, sarà una opportunità vera di ammodernamento anche per il Sud. Come? Nessuna risposta».
Continua a leggere“Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”. Così il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. L’insegnante e scrittore Enrico Galiano la pensa diversamente: “Fare politica a scuola non vuol dire spingere i ragazzi a pensarla come te: vuol dire spingerli a pensare” – L’intervento Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ho letto in un tweet da Lei pubblicato questa frase: “Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”. Bene, allora, visto che fra pochi giorni ricominceranno le scuole, e visto che sono un insegnante, Le vorrei dedicare poche semplici parole, sperando abbia il tempo e la voglia di leggerle. Partendo da quelle più importanti: io faccio e farò sempre politica in classe. Il punto è che la politica che faccio e che farò non è quella delle tifoserie, dello schierarsi da una qualche parte e cercare di portare i ragazzi…
Continua a leggereTra quelli che stanno giù in basso ad osservare l’equilibrista (e cioè noi) che cammina sul filo sospeso tra due grattaceli, sembrano essere in molti a pensare che se la caduta non è inevitabile, essa sia comunque probabile. Dal 4 marzo è sospesa sul Paese la spada di Damocle del piano B (fuori dall’euro e buonanotte al secchio; anzi, buonanotte a noi). Le smentite da parte del governo sono d’obbligo ma non è stato un passante bensì un ministro della Repubblica ad evocare lo spettro di un abbandono della moneta unica per così dire «preterintenzionale» da parte dell’Italia. Come ha scritto giustamente Luciano Capone su Il Foglio, il «cigno nero» evocato da Paolo Savona non c’entra. Dire, come egli ha detto, che non saremo noi ad andarcene ma che esiste la possibilità che siano…
Continua a leggere(…) L’obiettivo di un’istruzione più equa non è solo un imperativo di giustizia sociale, ma anche un modo per impiegare le risorse in maniera più efficiente, e di far crescere il bagaglio di sapere e competenze che alimentano lo sviluppo e la coesione economica e sociale. (…)
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