Turi: servono decisioni di strategiche non posizioni elettorali di consenso breve
LA SCUOLA IN PIAZZA DOMANI NELLE TRE MANIFESTAZIONI CONFEDERALI PER IL LAVORO E LA SICUREZZA
Lavoro stabile, sicurezza, riconoscimento delle professionalità, organici adeguati, investimenti e non vincoli e divieti, qualità e continuità dell’istruzione: sono i temi della scuola nelle piazze di domani.
La scuola ha bisogno di essere messa in sicurezza. Per questo serve un progetto politico complessivo che non significa fare riforme epocali – così il segretario generale della Uil Scuola alla vigilia della manifestazione confederale di domani, 26 giugno.
Il tema della stabilità del lavoro e quello della sicurezza appartengono alla scuola come mai accaduto prima: un insegnante su quattro è precario e la pandemia ha mostrato tutti i limiti di una programmazione ragionieristica del nostro sistema di istruzione.
Tra pochi giorni ci sarà un licenziamento di massa – come ogni anno, diranno alcuni – rileva Turi. È una situazione al limite, alla quale non vogliamo più essere abituati.
Il lavoro va tutto rispettato anche quello intellettuale, specie quando è in atto un’assurda sostituzione di personale.
Sembra di essere nel settore della logistica dove si licenziano alcuni per assumerne altri, per aumentare i profitti. Un sistema sbagliato e ingiusto che, per motivi politici, si sta tentando di usare nella scuola.
La scuola deve uscire da un inganno politico – osserva Turi – il decreto Sostegni bis va in una direzione diversa da quanto previsto nel Patto per la scuola.
Le rivendicazioni che porteremo nelle tre piazze della manifestazione nazionale – aggiunge Turi – sono politiche, perché necessitano di decisioni e scelte strategiche per la scuola, non di posizioni elettorali di consenso breve.
Il precariato va estirpato come il cancro che entra nel corpo sano della scuola.
Lavoro stabile, riconoscimento delle professionalità, organici adeguati, investimenti e non vincoli e divieti, qualità e continuità dell’istruzione: sono questi i temi che porteremo nelle piazze domani, gli stessi – conclude Turi – che abbiamo ribadito in tutte le sedi di confronto con ministro e Governo e che la Uil Scuola ha sintetizzato in un documento approvato nei giorni scorsi nella Conferenza nazionale dei segretari regionali.