Turi: ampliate le maglie ma restano fuori ventimila docenti

Nel confronto sulle assegnazioni provvisorie dobbiamo dare atto all’amministrazione di aver accolto e allargato le maglie di una tela compromessa da norme di legge incomprensibili che determinano divisioni e discriminazioni tra i lavoratori che dovrebbero, invece, trovare soluzione nella dinamica contrattuale. Il benessere lavorativo in una comunità educante tra pari non può accettare divieti incomprendibili e divisione di diritti – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola

Per questo, pur riconoscendo al Ministero e al Capo Dipartimento, che ne ha guidato la delegazione, lo sforzo di allargare le maglie dei beneficiari delle assegnazioni provvisorie, strette da divieti legislativi anacronistici e discriminanti, resta – dopo una trattativa molto complessa, commenta Turi – l’insoddisfazione per la discriminazione che colpisce alcune frange di docenti. Per loro cercheremo un Giudice che possa dare ascolto.

Ci voleva un po’ di coraggio in più – afferma il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi – per lasciare alla contrattazione campo libero anche per effetto del contratto integrativo, che di fatto e di diritto, aveva fatto venire meno il blocco originario dei 5 anni.

Un blocco che, a nostro parere, non è stato sostituto da quello dei tre anni che rappresenta l’attenuazione di quello originario.  A questo punto, si impone un momento di riflessione se vale la contrattazione o la decretazione unilaterale – osserva Turi.

Una lunga discussione sulle assegnazioni provvisorie (strumento normativo che consente di assegnare il posto di servizio temporaneamente, per un anno) che ha visto la contrapposizione dei sindacati con l’amministrazione relegata nella sua azione da paletti e divieti legislativi, che impediscono la corretta e positiva gestione del settore.

Noi non riusciamo a capire quale strategia sia quella di legiferare per porre divieti, ma ancora più grave appare la condotta del Parlamento che si vuole sostituire al governo e tornare ad un buio passato che le riforme hanno cambiato. Un salto indietro – riflette il segretario Uil Scuola – una controriforma e non la prosecuzione di un riformismo che deve vedere ruoli e sedi di competenza.

Abbiamo apprezzato che alcune forze politiche abbiano messo a corredo e, a presupposto, delle proposte emendative il divieto di commistioni nella gestione che deve essere lasciata alla contrattazione.

Serve un chiarimento e per questo abbiamo chiesto al Ministro Bianchi una convocazione in sede politica che coinvolga la maggioranza di governo per definire le politiche di settore, che ci appaiono insufficienti per la transizione che si vuole dare a questo Paese.


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