Turi: serve una Fase 2 per la scuola

Questo contratto si colloca in una dimensione politica totalmente diversa da quella di poco più di una settimana fa – si apre con il diretto riferimento al quadro costituzionale dopo l’elezione del presidente della Repubblica, l’intervento di Pino Turi, questa mattina durante l’incontro con il ministro Bianchi, sull’atto di indirizzo per il personale della scuola.

La scuola è un grande sistema nazionale che tiene insieme il paese. É l’ultima grande infrastruttura del Paese – il richiamo alle parole del ministro Bianchi è voluto perché – sottolinea Turi – bisogna creare le condizioni per sottoscrivere un contratto nazionale per la scuola in un momento molto delicato. Va superato concretamente, con soluzioni condivise il clima di esasperazione che si avverte forte nelle scuole.
Non è utopia guardare ad un nuovo umanesimo attento alla relazione insegnante- studente, capace di mettere guardare al sistema istruzione nel suo complesso, adatto a metterlo in sicurezza dalle sirene della scuola-azienda.

Serve una fase 2 per la scuola.
E’ questa la proposta lanciata da Turi.
Non siamo per gerarchizzare la scuola, né per firmare un contratto tecnocratico – ha detto.
C’è bisogno di guardare alla scuola in modo ampio, il nuovo contratto deve definire diritti e obblighi in un testo che sia rispondente all’oggi, chiaro e applicabile.

Inevitabile il richiamo al non-contratto sulla mobilità firmato da una sola sigla.
Una ferita aperta – ha detto Turi – che va sanata, non per adesione ad un testo che contiene stratificazioni legislative di difficile applicazione ma aprendo alle osservazioni di sindacati che hanno forte identità e ampia rappresentatività dei bisogni dei lavoratori. E’ una partita aperta.

Un terreno di gioco e regole chiare
Serve un testo unico per la scuola e un contratto che parli con chiarezza del lavoro che si fa a scuola.
Un tempo c’era il “trasformatore” – ha ricordato Turi – strumento negoziale che traduceva in misura contrattuale le norme di legge. Oggi abbiamo come punto di riferimento l’art. 2 (al comma 2) del Testo Unico. Lo stesso articolo che ha permesso di modificare parti della Legge 107.
Legge sulla quale è tornato a lavorare in Parlamento. Non abbiamo dimenticato – ha osservato Turi – che la chiamata diretta è stata eliminata solo da un ramo del Parlamento. Si sta forse pensando di riportare in auge questo sistema? Faremo argine – ha ribadito Turi.

Bene gli investimenti in infrastrutture. Ma le persone?
Guardare al lavoro delle persone che sono il primo investimento da fare – ha sottolineato Turi, riflettendo sugli investimenti previsti dal Pnrr. Risorse che resteranno come cattedrali nel deserto se non ci saranno, le persone, se non saranno definiti gli organici, se non ci saranno investimenti nella spesa corrente.
Abbiamo molto faticato, nel contratto scorso, per delineare la ‘comunità educante’.
E’ un punto fermo dal quel non vogliamo retrocedere.

Sono le persone a fare la scuola, la professionalità delle persone.
Quando parliamo di formazione, pensiamo ad un diritto non ad un dovere. Siamo fortemente contrari ad un ente superiore chiamato ad impartire nozioni. Per fare formazione serve tempo, tempo in più, da remunerare, altrimenti è sfruttamento.
Il personale della scuola è già sottopagato. Non possiamo pensare che si voglia mettere nel nuovo contratto, anche il vecchio già scaduto, caricandolo di obblighi.
Sono i docenti che devono decidere gli strumenti da utilizzare nel loro lavoro. Tutelare la libertà di insegnamento è una priorità.
Vanno ristrutturati i servizi di segreteria se si vuole rispondere alle nuove esigenze della scuola dell’autonomia. Quanto ai Dsga, serve riconoscerne la professionalità e gli ambiti di competenza con la dirigenza scolastica in cui svolgere la propria funzione. Dare soluzione ai facenti funzione, con strumenti contrattuali. Serve un organico di Area C e i passaggi di qualifica che devono tornare nella competenza contrattuale, così come erano delineati nei l vecchi contratti, per dare seguito a quella impostazione.
Un nuovo assetto dell’ordinamento professionale; per realizzarlo servono risorse finanziarie.

Un provvedimento speciale per la scuola
E’ la richiesta portante, contestuale all’avvio della Fase 2 della scuola.
Servono risorse aggiuntive destinate al sistema di istruzione statale, per il rinnovo del contratto e per superare il problema degli organici e del precariato.

 


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