DPCM: la scuola ne esce dimezzata.
Turi: ripartire senza fretta, ma serve progetto chiaro
Serve un clima diverso di dialogo e confronto a cui abbiamo offerto la piena disponibilità
E’ una scuola dimezzata quella che ci consegna il nuovo Dpcm – commenta Pino Turi dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale delle nuove misure prese dal Governo per il contenimento del Covid –
considerando che la didattica a distanza sarà al 100% per gli studenti delle scuole di secondo grado, e nelle zone rosse si porta dietro anche due anni della secondaria di primo grado.
Restano salve la scuola dell’infanzia e primaria anche se serve dare loro sicurezza e certezze cha ancora non hanno.
Si impedisce a parte della popolazione studentesca di uscire di casa – osserva Turi – ma la frequenza delle scuole non è impedita per l’uso dei laboratori e per l’integrazione (sic!) dei ragazzi disabili.
Speriamo che ci sia un intervento urgente di modifica. Devono essere le singole scuole autonome a progettare sia dell’uso dei laboratori che l’integrazione.
Pensiamo ad una integrazione ‘muraria’? – chiede polemicamente Turi. Come si può pensare che un alunno con disabilità possa essere in un locale della scuola e vedere i suoi compagni di classe attraverso uno schermo? Sarebbe questa l’integrazione? A noi sembra esattamente il contrario. L’alunno disabile deve essere insieme ai suoi compagni di classe, nella scuola.
Bisogna considerare le scelte del dpcm urgenti, ma transitorie.
Questo periodo deve servire per fare ciò che non si è fatto: presidi sanitari finalizzati a circoscrivere i focolai di infezione e al loro tracciamento; gestione delle quarantene; attivazione di trasporti dedicati coerenti per tempi e luoghi con le attività didattiche; protocollo di sicurezza adeguato alle contingenze attuali.
Si deve recuperare il tempo perduto, senza fretta, ma con rapidità. Serve un clima diverso di dialogo e confronto a cui abbiamo offerto la piena disponibilità.
Bisogna ripartire da posizioni scevre da condizionamenti ideologici e precostituiti. Diverse dal passato.
Un esempio? I concorsi. A questo punto il percorso è saltato e va riprogrammato.
Serve un atto di responsabilità e non limitarsi alla sospensione del concorso straordinario. Serve una sessione di discussione che riguardi il reclutamento.
L’interruzione del calendario delle prove, a nostro parere, archivia un concorso nato male e continuato peggio:
Non è tempo di polemiche o di rimpianti occorre seguire l’insegnamento e il monito del Presidente Mattarella: mettiamo da parte ogni posizione di pregiudizio ideologico e rapidamente costruiamo le condizioni per la scuola in presenza e in sicurezza. Per farlo bisogna creare un clima positivo di confronto e non di scontro.