Otto punti chiave per il futuro: la Uil lancia il suo manifesto per scuola e università

D’Aprile: “Investire su scuola, università e ricerca per dare valore al lavoro di tutti. Chiediamo alle forze politiche di assumersi la responsabilità di difendere il sistema nazionale di istruzione e evitare di distrarre le risorse dalle università pubbliche alle università private.

Durante la manifestazione nazionale “Scegliamo il Futuro” la Uil Scuola Rua ha presentato oggi, al Teatro Italia di Roma, il suo manifesto programmatico. Composto da otto punti chiave, mira al miglioramento della condizione del settore della conoscenza italiano.
L’evento ha visto la partecipazione di oltre mille delegati provenienti da tutta Italia e rappresentanti del mondo della scuola, dell’università e dei principali comitati studenteschi.

La manifestazione di oggi è un messaggio chiaro e forte ad una politica concentrata sulle sole scadenze elettorali e distratta rispetto alle gravi emergenze del Paese reale – dichiara Giuseppe D’Aprile, Segretario generale della UIL Scuola Rua – Il diritto all’istruzione va tolto dalle logiche divisive e dal terrendo dello scontro politico. Oggi ci siamo confrontati con tutti gli attori della scuola, una scuola che necessita di più attenzioni, di una politica che mira a valorizzarla attraverso il personale che la fa funzionare tutti i giorni e che istruisce menti libere e critiche.

Basta finanziare il settore privato a discapito del pubblico – spiega il Segretario generale Uil Rua Attilio Bombardieri – è necessario investire in formazione e ricerca.
Inoltre – prosegue Attilio Bombardieri – continuiamo ad opporci ad ogni ipotesi di regionalizzazione ed è fondamentale garantire il diritto allo studio alle nuove generazioni, oggi in grandi difficoltà economiche e sociali.

Gli 8 punti del manifesto includono:
1. LA SCUOLA FUORI DALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
La riduzione dei divari territoriali e il contrasto alla dispersione scolastica sono obiettivi che ci chiede l’Europa e, entro il 2030. Questi obiettivi poco hanno a che fare con il disegno di autonomia differenziata e si collegano solo parzialmente al progetto di dimensionamento in atto che, secondo le direttive europee, andava realizzato contestualmente alla riduzione del numero di alunni per classe.

2. I SETTORI DELLA CONOSCENZA FUORI DAL PATTO DI STABILITA’
La spesa corrente per il sistema nazionale di scuola, università e ricerca va tenuta fuori dalle politiche di austerity e riduzione della spesa. Investire in istruzione significa garantire sviluppo, coesione, inclusione al nostro Paese. Bisogna anche superare il metodo di calcolo della cosiddetta “spesa storica”, in base alla quale l’attribuzione delle risorse viene effettuata sulla base di quanto speso in passato da uno stesso ente per uno stesso servizio. In pratica, riceve di più chi garantisce determinati servizi, a svantaggio di chi non è stato mai in grado di erogarli.

I punti del manifesto includono:
– Il miglioramento dei contratti per il personale della scuola, dell’università e della ricerca.
– L’aumento delle retribuzioni per riconoscere il valore sociale del personale.
– La garanzia di docenti specializzati per gli alunni con disabilità.
– La progressiva eliminazione del lavoro precario nel mondo della scuola.
– La programmazione di un piano di investimenti nel settore pubblico per università e ricerca.
– La garanzia del diritto universale allo studio per tutti, specialmente per i giovani in difficoltà economica.


 



Condividi questo articolo: