Turi: serve anno costituente per la scuola

RIENTRO IN PRESENZA E SICUREZZA – Dove sono i risultati del lavoro della Task Force ministeriale? Strumenti e suppellettili sono misure congiunturali utili, ma serve visione lunga e progetto strutturale.

Che fine ha fatto il lavoro della Commissione Bianchi? Il testo con le indicazioni per la riapertura delle scuole va reso pubblico – così il segretario generale della Uil Scuola Pino Turi, questa mattina nel corso di una diretta su FB organizzata dalla Uil Scuola Reggio Emilia.

Ci sono 18 tecnici che hanno lavorato, gratuitamente, per settimane, su incarico del ministro mettendo a punto un piano, pronto dal 27 maggio e ridefinito il 12 luglio che è rimasto nei cassetti di Viale Trastevere.

Perché non c’è traccia di quel lavoro? Perché l’idea di un anno costituente della scuola dopo il Covid non è progetto da mettere al centro di un dibattito pubblico?

Il ministro Azzolina ci sta chiedendo continuamente di firmare il protocollo sulla sicurezza – ha detto Turi – senza un progetto è solo un elenco di adempimenti. Non ci sono idee solo strumenti, di distrazione.

La scuola va tolta dal terreno dello scontro politico – ha aggiunto Turi. La scuola è democrazia, educazione, è far sognare i giovani, è far crescere il Paese. Lo abbiamo scritto pure nel contratto: è comunità educante.

Non si può lasciare la scuola in mano alle lobby. La scuola è di tutti. L’ultima volta che si è pensato ad un progetto complessivo, alla scuola come modello per la crescita del Paese, è stato trent’anni fa, nel 1990, con Mattarella, ministro della pubblica istruzione.

Chiediamo formalmente al ministro – rilancia Turi – invece di parlare di banchi e suppellettili, di far conoscere il documento della Task Force ministeriale e di aprire un dibattito nazionale sulle innovazioni e sugli interventi proposti.

L’autonomia delle scuole è abito su misura, non un sacco da mettere addosso a tutti. Non si può decidere per decreto. Serve una legge quadro che consenta di ridisegnare la scuola post emergenza.
Bisogna ripartire dal modello di scuola che vogliamo per le future generazioni, e per quelle attuali.

Siamo pronti, dal 1 agosto, data che scioglie formalmente le attività della Commissione, ad aprire il dibattito nel paese sui temi di una scuola che sia valore comune, su cui innestare una nuova stagione educativa, un nuovo umanesimo per investire sulle persone e sul benessere collettivo.


Il report di sintesi della diretta FB 

«Emergenza coronavirus: rientro a scuola in presenza e in sicurezza» questo il tema al centro dell’incontro organizzato da Uil e Uil Scuola Emilia Romagna questa mattina nella diretta Facebook sulla pagina del sindacato regionale di categoria.

Un confronto a tre, sulle misure, gli interventi, le responsabilità legate all’avvio di un anno scolastico che si annuncia diverso da ogni altro.

“E’ un anno costituente della scuola – ha detto Patrizio Bianchi, Capo della Task Force del MI – aprendo la sessione on line. Con i 18 esperti chiamati dal ministro, che hanno lavorato gratuitamente per settimane, abbiamo predisposto un documento che fissa i punti con i quali guardare alla ripartenza.
Abbiamo pensato alla costituzione e al ritorno all’eguaglianza. Ci sono interventi, raccomandazioni, linee di azione. Ma di quel documento pronto e consegnato per tempo non c’è traccia. Nessun dibattito pubblico.”

Bisogna aprire un grande dibattito sul modello di scuola per il Paese. Come si può fare un anno costituente senza il supporto del personale? – ha detto Pino Turi, segretario generale Uil Scuola, rispondendo alla  sollecitazione di Pasquale Raimondo, segretario della Uil Scuola Reggio Emilia, che ha moderato l’incontro on line.
L’autonomia scolastica è un abito su misura, non un sacco da mettere addosso a tutti.
La scuola viene da più di vent’anni di politiche di tagli e di risparmi fatti sulla scuola. Ora va invertita questa tendenza. C’è la necessità di farlo. Ci sono le risorse per farlo.
Serve un provvedimento legislativo, una sorta di legge quadro, che consenta le deroghe per far funzionare tutte le scuole. Facciamo un esempio – ha detto Turi – i tagli del passato hanno portato all’accorpamento di scuole giudicate sottodimensionate. Ora quelle scuole per riaprire in sicurezza devono avere un dirigente scolastico e un direttore amministrativo fisso. Non un reggente e un supplente. Non possiamo permetterci situazioni di incertezza. Il momento di ridisegnare il modello di scuola che vogliamo per il futuro”.

Decidere in modo uguale per tutti, con un decreto, è facile – ha sottolineato Patrizio Bianchi.
Per la scuola però servono misure adatte ad ogni situazione. L’autonomia scolastica è la strada, che non significa che ognuno fa da solo, ma che ognuno ha le risorse e gli strumenti per ciò che deve fare.
L’ultima volta che si è parlato di scuola in modo ampio, nazionale è stato con Mattarella ministro della Pubblica Istruzione, nel 1990. Nel nostro lavoro di Commissione, la task force richiesta dal ministro Azzolina, abbiamo tenuto a mente quanto dice la Costituzione. Lo Stato rimuove tutti i vincoli affinché le persone possano esercitare i loro diritti di cittadinanza. La solidarietà è un dovere necessario.
Vista da questa ottica la scuola è un elemento portante per raggiungere questi obiettivi.
Abbiamo delineato otto interventi prioritari partendo dall’autonomia che si basa su un sistema nazionale, mettendo a punto un sistema di deroghe, finalizzate ad obiettivi di sicurezza, sugli organici, sulle spese che ogni dirigente può fare, sui presidi medici di riferimento, sul sostegno.
Abbiamo dato una visione lunga, per una scuola messa a disposizione di tutti.

Non ci si può ricordare della scuola sempre dopo. Dopo il terremoto. Dopo il Covid.
Serve un patto per il Paese – ha detto Giuliano Zignani, Segretario generale UIL Emila Romagna, tornando sulla necessità di un confronto e un dialogo ampio e diretto tra parti sociali e amministrazione per la riapertura a settembre delle scuole.
In Emilia Romagna – ha detto Zignani – siamo ripartiti, dopo il terremoto affrontando subito il tema del lavoro. Allo stesso modo serve un patto per la scuola. Dobbiamo gestire bene due temi che non vanno sovrapposti: quello della sicurezza e della qualità della scuola e quello della salute.
La questione ora è come far ripartire la scuola, per noi il tema centrale sarà quello dei trasporti e dell’organico. Non si può continuare a lavorare sotto organico. Va progettato un modo nuovo di organizzare il lavoro, gli orari di lavoro. Per questo siamo pronti, come in passato, al confronto, al dialogo. Sono questi gli strumento che intendiamo utilizzare come sindacato confederale per dare garanzie ai cittadini e ali lavoratori.


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