UIL: sulla scuola ferite aperte. Servono decisioni diverse.
OGGI INCONTRO SINDACATI SCUOLA, CONFEDERAZIONI, MINISTRO ISTRUZIONE
Turi: c’è disponibilità ma a patto di un cambio di linea politica
che passi dalle decisioni in solitudine a misure condivise.
E’ un giudizio critico sulle scelte di politica scolastica di questo governo quello che esce dall’incontro di questa mattina tra confederazioni, sindacati scuola i e ministro Azzolina.
Una politica caratterizzata da mancanza di dialogo e confronto, tanto da avere di fatto eliminato ogni forma vera di partecipazione sindacale – così Pino Turi in apertura del suo intervento.
Le relazioni sindacali sono al lumicino. I pochi atti negoziali, come il protocollo sulla apertura delle scuole in presenza e in sicurezza, sono stati sostanzialmente disattesi.
Serve un clima di fiducia, i lavoratori della scuola sono persone perbene, agiscono responsabilmente, ma non si sentono rappresentati dalle decisioni di questo governo.
Ci sono ferite aperte nel corpo sociale della scuola: i precari che stanno facendo un concorso in pandemia, partito male che sta andando peggio. Sono oltre 7 mila le persone rimaste fuori senza prove di suppletive. Si è in tempo ancora per sospenderlo, per trovare soluzioni – ammonisce Turi.
Resta una ferita aperta anche la vicenda dei Dsga facenti funzione.
Noi continuiamo a dare la nostra disponibilità ma solo se si manifesta la volontà del ministro di cambiare registro e aprire una fase nuova delle relazioni sindacali.
C’è un problema di tenuta democratica di questo Paese. Non servono ragionamenti tattici, bisogna avere una visione strategica. Questo incontro apre sul mondo reale, deve essere un primo passo per un cambio di rotta della politica scolastica. Abbiamo obiettivi condivisi ma strade che non si sono incrociate.
Per quanto riguarda la contrattazione – ha aggiunto Turi richiamando la questione aperta del contratto integrativo sulla Dad – è uno scambio, è sempre possibile, a patto che venga rispettata la condizione imprescindibile di tutela dei lavoratori. Servono tempi e modi per mettere in piedi contratti condivisi che servono alla scuola e non alla burocrazia.