Maturità, D’Aprile: i compensi per commissari e presidenti ancora fermi al 2007

Le somme decise quando l’inflazione in Italia – dato Istat – era all’1,8%. Oggi siamo al 16%. Servono risposte concrete e un adeguamento immediato dei compensi.

Per quanto tempo ancora la politica intende ignorare il fatto che i compensi per i commissari e i presidenti degli Esami di Stato sono fermi da quasi vent’anni? Si arriva persino a non retribuire alcuni docenti impegnati negli esami, tra cui anche insegnanti di sostegno, denuncia Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola.
Le cifre corrisposte per il lavoro svolto durante la Maturità fanno ancora riferimento al decreto interministeriale del 24 maggio 2007, quando l’inflazione – secondo i dati ISTAT – era all’1,8%. Oggi è al 16%, con un potere d’acquisto che, negli ultimi quindici anni, si è ridotto del 9%, come ci ha ricordato recentemente il rapporto dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL).

Il trend degli ultimi anni mostra che il personale della scuola non ha beneficiato, in termini di crescita delle retribuzioni, dei momenti di sviluppo, con un Paese a Pil crescente. Con il rallentamento del Pil, e attualmente, in assenza di rinnovo contrattuale, la situazione è diventata ancor più critica.

Per noi l’aumento degli stipendi degli insegnanti e di tutti i lavoratori della scuola è un obiettivo irrinunciabile. L’obiettivo è duplice – ricorda D’Aprile – da una parte valorizzare il lavoro che il personale della scuola svolge tutti i giorni con dedizione e professionalità, dall’altro contribuire a rimettere in moto il nostro Paese. Stipendi e/o compensi più alti potrebbero sostenere l’economia e aiutare a scongiurare la minaccia di un’inflazione ancora più elevata e una crisi del costo della vita ancora maggiore.

 

 


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