Mattarella, la scuola è libertà e integrazione

Un primo giorno di scuola, quest’anno, diverso dagli scorsi.

Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, un venerdì di febbraio 2020, hanno salutato regolarmene gli insegnanti pensando di rivederli il lunedì successivo.
Purtroppo, non è stato così, il Covid è arrivato in Italia e tutto è cambiato, anche la scuola è cambiata.

Da un giorno all’altro siamo passati da un apprendimento frontale a un apprendimento on line.
Genitori, alunni, docenti si sono visti catapultati in un mondo digitale per cercare di non interrompere il contatto con quel favoloso mondo, la scuola, dove si apprende, si socializza, si cresce, ci si confronta, ci si scontra, dove si impara a pensare.

Dopo più due anni si ritorna finalmente alla normalità ed è per questo che la campanella del primo giorno di scuola, quest’anno, ha un suono diverso, che infonde allegria e gioia, quasi spensieratezza. Ci si riabbraccia e si riprende quel percorso di crescita bruscamente interrotto.

Grazie ragazzi, grazie ai genitori e a tutto il personale della scuola.
Una resilienza che, sono sicuro, si trasformerà in ripresa e accrescerà in tutti noi la consapevolezza di come la scuola non deve essere trascurata ma amata.

Giuseppe D’Aprile


Mattarella: il valore della scuola è centrale per la Repubblica

“L’avvio del nuovo anno scolastico è, sempre, un momento di grande importanza nella vita di un Paese. Un avvio contrassegnato, come ogni anno, da qualche problema ma, soprattutto, da grandi speranze. Il valore della scuola è centrale per la Repubblica“. La questione educativa – non sempre valorizzata in misura adeguata – è decisiva per la crescita civile, culturale, sociale ed economica”. Lo ha affermato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto all’inaugurazione del nuovo anno scolastico oggi a Grugliasco

(…) Ma sarebbe un errore, parlando di scuola, limitarsi soltanto ai pur fondamentali fattori legati allo sviluppo economico, tecnologico e occupazionale.
La scuola, l’istruzione, l’educazione sono infatti elementi decisivi per lo sviluppo della personalità umana, attraverso l’approfondimento della conoscenza che si trova alla base di un autentico esercizio delle libertà. Sui banchi di scuola non si formano soltanto tecnici, professionisti, scienziati, imprenditori del futuro.

Il percorso di studi, il contatto quotidiano con i coetanei e con i docenti, le esperienze umane e gli incontri irripetibili che avvengono nella scuola, plasmano in modo indelebile i cittadini del domani, chiamati a realizzare una società che sia armoniosa, aperta e solidale, nella quale i diritti fondamentali di ciascuno si contemperano con i doveri nei confronti della comunità.
Una buona scuola farà crescere, nella maggioranza dei casi, dei buoni cittadini. Con vantaggi incommensurabili per l’intera società.

Bisogna uscire, anche mentalmente, dalle categorie dell’ovvio e dello scontato. Dalla gestione senza respiro o burocratica. Abbiamo bisogno di recuperare entusiasmo, fantasia, coraggio, creatività, capacità di iniziativa.   In questi due anni segnati dalla pandemia, con le drammatiche sofferenze che ha provocato e con le limitazioni che ha imposto alla nostra vita, abbiamo maggiormente compreso il valore, anche sotto il profilo umano, della scuola.

I nostri ragazzi, alle prese con le chiusure e con la pur necessaria e utile didattica a distanza, sono apparsi sovente disorientati, spaesati, talvolta persino sradicati. E hanno compreso che senza la scuola si sta male, si è dolorosamente più soli. Perché la scuola assicura, a tutti, uno straordinario arricchimento.

La scuola è innanzitutto libertà“. “La libertà – ha detto il capo dello Stato – affonda le sue radici più forti e profonde nella conoscenza. Non si è davvero liberi senza una adeguata cultura – e aggiungo, ha sottolineato Mattarella – senza il confronto tra le culture, su cui fondare le proprie scelte di cittadini e di donne e uomini”.

La scuola è integrazione. Abitua alla convivenza, al confronto, al rispetto. Nessuna ragazza, nessun ragazzo dentro una classe deve sentirsi escluso. In classe ci si conosce, si stemperano e si superano le disuguaglianze, si vive insieme, si diventa amici”. (…) “Integrare non significa omologare. Integrare vuol dire fare delle differenze una reciproca ricchezza”.

La scuola –  come tutte le altre istituzioni – non è una realtà isolata, rinchiusa in sé stessa e impermeabile, ma si nutre del contatto continuo con gli altri versanti della società.
Assicurare piena dignità, prestigio e rispetto alla scuola – e, segnatamente, agli insegnanti – è necessario perché possa dispiegare fino in fondo la sua azione formativa.

La scuola è un’opportunità. Nel nostro Paese la mobilità sociale sta pericolosamente rallentando. La possibilità di trovare un’occupazione adeguata è sempre più dipendente dalla condizione economica o dal grado di cultura della famiglia di origine.

La nostra Costituzione impone di rimuovere gli ostacoli per garantire a tutti una effettiva uguaglianza.  La scuola è per tutti e di tutti. 


>>> Il testo integrale del discorso del Presidente Mattarella alla cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico a Grugliasco nel link.


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